La Genesis Publishing mi presta un’altra penna, dalla scrittura fresca e vivace. A parlarci di lei e del suo romanzo è…

… Silvia Alonso. Il 16 dicembre è uscito il suo chick lit “I love mammy in Montecarlo – Come sopravvivere a una vita glitter” e ce ne parlerà in questa bellissima intervista, raccontandoci anche tantissimo di lei.
Ciao Silvia e benvenuta nel mio spazio. Questo posto è riservato a chi, come noi, ama leggere… e per quelle brave come te a scrivere. Partendo alla grande, in velocità come in una pista di Montecarlo…
Ci fai una panoramica di te? senza spoilerare troppo le prossime domande… 😉

Mamma creativa e pazzerella. Messa da parte la professione di avvocato, ho deciso di prendermi una pausa sabbatica (a tempo indeterminato: forse la vita intera?) per di dedicarmi alle mie passioni. Scrivere, danzare, sognare…
Per diventare scrittrici, si inizia leggendo. Quanto trovi vera questa affermazione?
Al cento per cento. Non si può scrivere senza prima aver letto molto. Ma attenzione: la creatività pura spesso viene a essere bloccata da troppi intellettualismi. Perché per scrivere bisogna anche vedere il mondo un po’ con gli occhi di un bambino, con uno sguardo libero da filtri e condizionamenti culturali… l’ho scoperto sulla mia pelle. In pratica, per come la penso, bisognerebbe leggere tanto… e poi dimenticarsi tutto, affidarsi alla propria intuizione e… “ri-partire da tre…” (parafrasando Troisi).
Legandomi alla domanda precedente, ricordi il momento che la tua penna ha chiesto di lasciare una traccia indelebile su carta?
Sì: è il momento in cui ho sentito “la chiamata”. È come un formicolio alle mani: ti prudono dalla voglia di mettere giù le tue idee. E quando vedi che da una pagina ne nasce un capitolo, e da lì via, e capisci che in effetti “si può fare”, il romanzo vive come di vita propria perché i personaggi ti vivono dentro, allora lo sai. Hai incontrato il tuo Daimon e soprattutto finalmente gli hai creduto. È stato così con “I love Mammy” a cui sono seguiti a catena gli altri miei due romanzi, attualmente in corso di lavorazione (per essere editi a breve spero…). Ho avuto l’impressione che si facessero da soli, io ero solo una specie di medium che dava il suo colore e forma alle idee che mi venivano da chissà dove…
Parliamo di I love mammy in Montecarlo, edito da Genesis Publishing. Chi si imbatte nella sinossi, vede questa frase: “Non è facile sopravvivere a una vita di glitter.” Ti va di contestualizzarla?
Tutti (o quasi, credo) sogniamo una vita brillante, in una città dove tutto sembra perfetto, elegante, “al top”. Ma le apparenze spesso ingannano. La felicità è qualcosa che si coltiva dentro. Più la esibisci nelle cose esteriori,
più lei scappa, se ne va altrove. È proprio il caso di dire che l’abito non fa (il) Monaco (in senso reale e figurato!) perché è solo il rivestimento di quello che sta sotto. Se sotto c’è la bellezza, tutto è coerente, altrimenti l’impalcatura prima o poi cadrà… E Sylvie Labella, il mio personaggio, ce lo viene a raccontare…
Ironico ma soprattutto autoironico. Sylvie è alle prese con i suoi disastri quotidiani e le grandi vittorie… in un mondo tanto diverso dal suo. Come nasce la sua figura? Quanto c’è di te?

Sylvie è il mio alter ego caricaturale, nel bene e nel male. Un personaggio a metà tra Bridget Jones e Becky Bloomood rivisitato in salsa italiana, e con l’aggiunta del suo tenero pargoletto di due anni e mezzo, con cui si trova alle prese nel quotidiano. Il suo carattere irruente, la sua creatività e il suo entusiasmo travolgente si trovano a fare i conti con un ambiente dove tutto è molto contenuto… ne nascono situazioni esilaranti.
Un romanzo che promette tanto… soprattutto altre sorprese per i lettori. Come evolverà la vita della protagonista – se puoi accennarci qualcosa -, conosceremo il marito, protagonisti nuovi?, oppure lo stile rimarrà lo stesso?
Evolverà, evolverà… magari in più fasi. Per ora i racconti dello spin off (in parte pubblicati sul mio blog) seguono lo stile episodico del romanzo, svelto e veloce, trattando nuove avventure coi medesimi personaggi che crescono, anche in nuovi contesti. Ma ho in progetto anche un sequel dove le carte si mischieranno, i giochi di squadra a volte si invertiranno e… tutto finirà comunque per il meglio. Incontrerete nuove mete esotiche da sogno, e forse anche delle new entry (animali compresi…).
Il chick lit si sente, è proprio il tuo genere. Ma ti cimenteresti in altro, e che tipo di romanzo non scriveresti mai? E… un’ altra curiosità da soddisfare: quale libro avresti voluto scrivere tu?

Da ragazza ero assolutamente innamorata dei fantasy. La storia infinita e Momo di Michael Ende sono stati il mio Vangelo… per intenderci, e quindi anche il mio sogno nel cassetto! Poi ho iniziato a leggere romanzi più del genere “classico” (in pole position Isabel Alliende!)… Ecco perché, con tali parametri, non mi sentivo così sicura del mio potenziale. Ma, ti confesso, solo quando ho iniziato a scrivere I Love Mammy si è fatta viva quella vocina simpatica che ha suggerito lo stile del diario chick lit. (Pensa che all’inizio mi sono approcciata a leggere i romanzi di quel genere con aria di “superiorità”… e invece mi hanno fregata incastrandomi!) Per ritornare a noi: è in cantiere un romanzo nel genere sexy e trasgressivo (non posso farci niente: sono dello Scorpione… e dunque date la colpa a lui, non a me!). Potrei dirla in termini metaforici usando le immagini dell’oroscopo: quando scrivo per il genere chick lit è il mio ascendente Sagittario (fuoco- humor) che lavora e mi parla. Ma poi c’è il segno dello Scorpione che preme per generi più sofferti profondi o hard. Poi comunque ho altre idee che si avvicinano molto al genere esoterico, dove la danza e la “magia delle piccole cose” sono una componente essenziale. I miei personaggi si ritrovano spesso a vivere una doppia vita, tra realtà e sogno, tra professioni e hobby, tipo second life, relazionandosi sempre a qualcosa di misterioso e magico anche nella vita di tutti i giorni. Mi piacerebbe scrivere qualcosa di molto “vero” e profondo, ma in generale credo (e lo dico sopratutto a me stessa) che è il romanzo che ti viene a bussare alla porta, dunque non mi darei grandi limiti. Probabilmente, pur amando il genere, non sono portata né per i gialli né per i fantasy puri, ma mai dire mai. Forse mi avvicinerei ai noir. E poi comunque andrei veramente oltre i format… se ci fai caso ho usato l’espediente del chick lit per raccontare anche verità profonde… con ironia e humor, ovviamente…
L’incontro con la CE è stato: una sorpresa, un’opportunità, un trampolino di lancio. O niente di tutto ciò che ho detto… dì tutto quello che vuoi.
In realtà, tutto quello che hai detto. Il primo “tu si que vales” di una casa editrice seria! Dove molte altre facevano solo lusinghe promettendo senza mantenere.
Ti spaventa di più il blocco dello scrittore o le critiche dei lettori?
Nessuno dei due. Non esiste il blocco dello scrittore: se vivi e guardi la vita con delle lenti speciali (che in realtà potremmo avere tutti!) avrai sempre mille spunti. E le critiche sono fatte per costruire. Quello che al massimo potrebbe spaventarmi (in un giorno molto remoto spero) è il basso gradimento del pubblico, ma siccome sono assolutamente scaramantica mi sono attrezzata anche per questo: corni rossi, amuleti, ferri di cavallo… insomma ho fatto in modo di essere inattaccabile anche da questo punto di vista!
Se questo era il tuo sogno nel cassetto, quanto senti di aver realizzato?
Il cinquanta per cento. Ora tocca farsi conoscere! La strada è in salita ma ho scalato già una buon parte della montagna.
Un messaggio, un motto o un consiglio… o tutti e tre, per chi ti sta leggendo. Ma soprattutto un saluto da parte di Sylvie che convinca a leggere la sua storia.
Credete ai vostri sogni: sono più vicini di quello che pensate. E poi sono una delle poche cose per cui valga la pena vivere (a parte i sorrisi del mio bambino!).
Ma soprattutto: non smettete di sognare a occhi aperti. Vi accorgerete che la vita è come un romanzo, e lo state scrivendo proprio voi!
Grazie di cuore a Silvia Alonso
Vi ricordo che su Amazon trovate la versione cartacea e l’e-book.
