Omaggio a… FERDINANDO SALAMINO: “IL KAMIKAZE DI CELLOPHANE” – “IL MARGINE DELLA NOTTE”

Un autore molto apprezzato da noi di A libro aperto, un omaggio a Ferdinando Salamino da me ed Elisa Mura. Grazie alla Golem Edizioni… soprattutto a Michele Sabella che merita tutte le attenzioni! Buona lettura.

Il kamikaze di cellophane (Ombre Vol. 4) di [Salamino, Ferdinando]

Sinossi

Un uomo legato a un letto, imbavagliato e ferito, un altro armato di un vecchio rasoio da barbiere, pronto a compiere una vendetta efferata.
Cosa può trasformare un ragazzino mite e amante dei libri in uno spietato assassino?
Per scoprirlo, dobbiamo addentrarci nelle spire di una Milano “aliena e ostile” e incontrarvi il protagonista, Michele Sabella. Cresciuto accanto a una madre fragile e a un padre violento, Michele racconta in prima persona l’insorgere della psicosi e il conseguente ricovero nell’istituto psichiatrico che egli chiama Escape Room. Tra quelle mura si innamora di Elena, ventunenne anoressica, “la mia dea di ossa.”
Quando, pochi giorni dopo la dimissione dall’istituto, la ragazza tenta il suicidio, Michele capisce che qualcun altro, qualcuno di insospettabile, la sta spingendo verso la morte, e decide di indagare. Guidato dai propri “demoni di cellophane”, voci che gli affollano la mente suggerendogli intuizioni illogiche eppure quasi sempre esatte, Michele elude la coltre di silenzi e bugie che circonda la ragazza e giunge alla più disturbante delle verità.

Avere sedici anni e una mente geniale. Amare i libri più della propria vita e di un padre che ha il valore di un’incognita matematica. Desiderare giustizia per i soprusi subiti dalla donna che più ama, a quelli che subisce ogni giorno. Brutture, pensieri, violenza, autolesionismo… messi al sicuro, sigillati in uno strato di cellophane.

Michele Sabella, si ritrova a fare i conti in quel posto che odia, l’Escape Room. Calcoli, macchinazioni, litigi con Werther tutto per rendere il più indolore possibile la sopravvivenza. Ma a cosa serve questa corsa estenuante se l’unico “amico” che ha gli suggerisce di farla finita?

… Poi un bagliore, la luce. Non quella di cui si abusa, scrivendo, “in fondo al tunnel”. Ad abbagliarlo è l’aura di Elena, costretta a vivere in quelle quattro mura, avvinta dal mostro dell’anoressia. Pensate che sia proprio impossibile un amore tra due menti “instabili”? Il genio di Michelino vi dimostrerà che niente è impossibile, e anche tra la nebbia della malattia, un battito di cuore – e altre pulsioni ancora sconosciute e poco romantiche – riesce a portare la lucidità necessaria per la ricerca di una sorta di normalità. Non più fuga ma un nuovo inizio, con il sostegno della smodata generosità di uomo, di un boxeur e un padre molto diverso. Eppure qualcosa non fila per il verso giusto, l’amore rappresenterà anche la condanna che lo porterà lontano.

Un giallo, un thriller psicologico e una storia d’amore. Michele è un uomo che dimostra di saper amare, nei suoi modi così strani. Impara a pronunciare quelle due paroline magiche ormai adulto, quando già in tenera età lo ha reso evidente in altri modi, alla fragile Ida.

Ferdinando Salamino affidando la penna al suo protagonista, riesce a portare il lettore direttamente nella testa di Michelino, ancora giovane e in eterna lotta con i demoni che vi vorticano e che restano impigliati nel suo corpo per colpa di quella pellicola… Tormenti che incantano – come i vaneggiamenti sul perché forse non è capace di fare il pediatra – che meritano attenzione.

“… È il tuo dolore, capisci? Il tuo dolore, che ti fa capire d’istinto quello altrui. È con quell’istinto che mi hai salvato la vita, amore mio.”

La cosa agghiacciante è che ci si troverà a sentirsi parte di quei pensieri facendoli propri e… non sembreranno poi così astrusi, perché sempre guidati dall’amore.

Sì, forse sono un po’ schizzofrenica anch’io, se amo un finale come questo. Giustizia è stata fatta. Ricordate quell’uomo legato (sinossi)?… andate a scoprire chi è!

Vi lascio con il seguito, “Il margine della notte”. Recensione a cura di Elisa Mura

Il margine della notte (Ombre Vol. 2) di [Salamino, Ferdinando]

Sinossi

Michele Sabella si è lasciato alle spalle l’Italia, un padre ergastolano e un segreto di sangue. Tutto ciò che desidera è occasione per ricominciare e quella sonnolenta cittadina delle Midlands inglesi, con il suo dipartimento di polizia in cui nessuno indaga mai su nulla, sembra il luogo perfetto per dimenticare ed essere dimenticato. Quando però Paulina Szymbova, immigrata polacca con problemi di droga, viene trovata morta nel suo appartamento con un biglietto di addio nella mano, Michele si convince che l’apparente suicidio nasconda qualcosa di più di un semplice atto di disperazione. Contro il parere dei colleghi e dei superiori, intraprende un’indagine solitaria che lo condurra oltre le tranquille e rispettabili apparenze della città, nelle sue viscere colme di odio e violenza. Mentre nel ghetto di Merchant Court giovani immigrate continuano a scomparire e a morire, Michele è costretto a domandarsi, ancora una volta, quanto sia sottile la linea che lo separa dai mostri a cui dà la caccia.

Ricordo bene quando lessi il Kamikaze di Cellophane: era il mio compleanno e quel libro mi era stato regalato da un amico. C’è pure la firma dell’autore. Mi sono innamorata di quella storia, di quel personaggio intelligente dalla personalità borderline.  In seguito mi sono chiesta e richiesta quale fosse stato il destino di Michele ed Elena dopo la scioccante conclusione. La mia curiosità è stata ripagata con l’uscita del volume secondo, un seguito che non ha affatto deluso le mie aspettative, anzi sono state superate a pieno merito. Ferdinando è stato capace di creare un altro spazio altrettanto coinvolgente e dissacrante, dai risvolti imprevedibili. Il margine della notte è un thriller/noir magnetico, che non lascia fiato, dove ci si aggrappa a un filo di speranza, dove l’intreccio e il quadro psicologico dei personaggio sono architettati in maniera geniale. Ognuno ha un suo profilo, un perché, una storia pesante alle spalle, una vita ai margini dove luce e ombra si rincorrono, un’illusione a cui potersi aggrappare.
Michele mi ha sorpresa, mi ha resa fiera di lui. Insieme a Elena si è trasferito in Inghilterra per ricominciare, è entrato a far parte della Hate Crime, una divisione di polizia che si occupa di magagne e crimini a sfondo razziale. Michele sembra guardare avanti, essersi lasciato il passato alle spalle,  mentre Elena è rimasta indietro, non riesce a stare al passo del suo amante, perciò il loro rapporto, già non facile, si è incrinato.

L’amore è identico a ogni altra droga.
Se è impuro ti uccide, se è puro ti uccide solo più in fretta

Michele si concentra sul lavoro e si interessa al caso di una povera suicida, un’immigrata con problemi di droga e abitante di un quartiere degradato, dove avvengono episodi di estremismo, raid razzisti e atti di violenza. Michelino però è convinto che ci sia qualcosa dietro, forse un’organizzazione criminale o qualcosa di torbido. Tra quelle stesse strade facciamo la conoscenza di Maya, una ragazza oppressa e intrappolata nel giro della droga, scappata di casa diversi anni prima, in lotta con la sua parte coscienziosa che lei chiama Hermione – la brillante e secchiona amica del maghetto Harry Potter -, si convince a farla finita fino a quando non si imbatterà in un’ancora di salvezza.

Il mondo è un coccodrillo, questo le aveva insegnato  sua madre.
Sonnecchia distratto a pelo d’acqua, le palpebre socchiuse come se dormisse,
ma gli basta un unico scatto di ferocia per farti a brandelli…

Altro non aggiungo, sennò rovinerei i colpi di scene, e di certo non mancheranno, perciò vi consiglio di leggere questo libro e farvi avvolgere in esso.

#lanciounlibro per conoscere Ferdinando Salamino… anche in versione video! (cliccare sulla foto)

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