
Grazie alla Newton Compton che mi ha coinvolta in questo Review Party, anche se LA RAGAZZA NEL GIARDINO DEGLI ULIVI, non mi era passata inosservata. La certezza della penna di Dinah Jefferies ha fatto il resto. Buona lettura!
Da leggere perché in fondo non dovete mai smettere di sperare, specialmente se è il cuore a suggerirlo. Da leggere per avere quel senso di pienezza di cui non si può far a meno. Da leggere perché ora avete la certezza che è un vero capolavoro!

Sinossi
«Dinah Jefferies scrive divinamente.»
Lucinda Riley
Dall’autrice del bestseller Il profumo delle foglie di tè
Toscana, 1944. Nella splendida tenuta della contessa Sofia de’ Corsi la pace tra gli ulivi è bruscamente interrotta dall’arrivo dei soldati nazisti. L’antico palazzo medievale nel cuore della lussureggiante campagna toscana non è più un rifugio sicuro; come non lo sono le case del borgo, i cui abitanti diventano oggetto delle vessazioni dei tedeschi. Sofia tenta disperatamente di offrire protezione a quante più persone possibile, senza però rivelarlo a suo marito Lorenzo, preoccupato per le ritorsioni che l’altruismo della moglie potrebbe scatenare. Quando Maxine, una giovane reporter italoamericana, arriva in Italia con l’intenzione di raccontare le imprese degli Alleati, i destini delle due donne si intrecciano: Sofia e Maxine si ritrovano intrappolate in un gioco pericoloso che le costringerà a ricorrere a qualunque espediente pur di salvare quelli che amano…
Un’autrice numero 1 in Italia e in Inghilterra
Oltre 300.000 copie in Italia
«Dinah Jefferies racconta epoche e Paesi lontani attraverso appassionate eroine.»
Il Corriere della Sera
«Una narrativa tutta al femminile.»
Io Donna
«Dinah Jefferies si conferma una maestra nella narrativa romantica al femminile.»
Robinson – la Repubblica
«Una scrittura alla Marguerite Duras.»
Antonio D’Orrico
Collana 3.0
Traduzione: Tessa Bernardi
Pagine: 384
Prezzo: € 9.90
E-book: € 5.99
Copia digitale gentilmente offerta dalla CE

29 giugno 1944, nel Borgo Medievale di Castello de’ Corsi in Toscana, dove tutto… stava per avere una fine.
“È un raro momento di pace, ma la quiete è infranta da un grido che riecheggia in tutta la piazza. Un paio di persiane scure vengono sbattute. Una si spalanca e una giovane donna si affaccia alla finestra, allarmata, lo sguardo fisso sulla piazzetta. «E adesso? Cosa può essere successo?»”
Ma soprattutto come siamo arrivati a questo punto?
«Sofia, è da un po’ che volevo dirtelo… cioè, stavo aspettando il momento giusto per parlartene. Ma… ecco, non c’è un momento giusto per farlo, quindi tanto vale che te lo dica e basta. Il punto è che dovrò andare via»
«E quindi, cosa c’è di strano? Sei sempre via. Vuoi dire che stavolta non tornerai?»
«No, voglio dire che forse stavolta dovrò stare via più a lungo»
Per Sofia e Lorenzo ogni giorno insieme è come fosse il primo, che non ricordano con nostalgia, ma con una passione sempre accesa. Sono trascorsi più di vent’anni, in una serenità segnata dalla mancata presenza di persone care e violata dai più recenti risvolti politici. Nello stesso arco temporale, la politica italiana vede l’avvento di Mussolini, che inizialmente si rivela un toccasana per l’economia, basata prevalentemente sull’agricoltura. Il Conte de’ Corsi proprio per l’impiego al Ministero delle politiche agricole che è costretto a fare la spola tra la frenetica capitale e la tranquilla campagna Toscana.
In seguito le ideologie antisemitiche del fuhrer tedesco cercano e trovano alleanza nel governo italiano. Il popolo è costretto ad assoggettarsi alle nuove restrizioni (es. la libertà di stampa), iniziando a vivere in una nuova realtà fatta di terrore, in continua fuga dalle camicie nere e dai tedeschi assediati nel Paese.
Una guerra sanguinaria, ingiusta, non più circoscritta a garantire la supremazia della razza ariana, ma volta a eliminare tutti coloro che si ribellano al volere di Hitler e Mussolini. Chiunque appoggi i partigiani, riservi loro ospitalità o abbia solo una conoscenza con gli Alleati, verrà impiccato, fucilato o imprigionato (il dove viene ignorato!)
Varie figure spiccano ambo le parti, nel bene e nel male, ma a bussare al castello in quel periodo è l’affascinante e impertinente sguardo di una sconosciuta: Maxime Capriani. La giovane reporter, lascia il suolo americano per accettare un incarico con l’auspicio di ritrovare se stessa, in quel territorio che le ha dato i natali.
Un incontro non casuale tra Sofia e Maxime; due destini che inevitabilmente si intrecciano per imbracciare ideali di giustizia, e le relative conseguenze. D’altronde la contessa era stata avvisata…
“A un certo punto sarai chiamata a fare una scelta”
Una scelta che mette in conto piccoli segreti, sotterfugi, e che richiede la massima attenzione per l’alta esposizione a pericoli. La vita amorosa di Sofia subisce uno stop forzato, e il tempo scorre in compagnia della nuova amica e nuove conoscenze.
A mettere a rischio l’incolumità del castello sono le azioni sconsiderate della giovane Gabriella. Tradimenti, bugie e dolore per la perdita rimbalzeranno tra la pace che ha regnato fino ad allora tra le quattro mura. Tuttavia le delusioni non fanno altro che fortificare i legami familiari.
Dal Borgo Medievale, verso Firenze e poi Roma, sarà un percorso lungo e doloroso, dove si fanno scoperte e si ignora tanto altro. C’è chi inizia ad ascoltare un battito di cuore, ma tutti, senza alcuno sconto, conosceranno il dolore. Tutto per la sete di potere di due uomini, che hanno lasciato anche a distanza di tanti anni, un segno indelebile nella storia e nel cuore di chi è rimasto e chi verrà.

Questo è il genere di romanzo che non deve mai mancare in libreria. È facile dare dei connotati storici a un libro; non è la stessa cosa riuscire a rendere vivi dei personaggi, incastrandoli alla perfezione nel contesto storico. Dinah Jefferies merita molto più di un plauso.
Come è facile comprendere dalla prima parte, Sofia, Lorenzo, Maxima, Carla, Aldo, Marco…, hanno avuto parte attiva nella lotta alla dittatura, e non sono soltanto delle pedine che si adattano al mutare dello scenario. Mi sono fermata più volte a pensare a quanto lavoro di ricerca venga richiesto per descrizioni così accurate e vi premetto che ogni curiosità verrà soddisfatta alla fine del romanzo. E il mio pensiero è volato a nonno Italiano, che mi raccontava della guerra quando ero fin troppo piccola per apprendere, imparata successivamente nei libri di scuola, insieme alla testimonianza dolorosa di zio Valentino… Sento ancora la sua voce tremula, dovuta alla senilità, prender forza dalla scatola dei brutti ricordi ❤ .
La ragazza nel giardino degli ulivi non sarà la solita storia d’amore, anche se di battiti impazziti ne sentirete a bizzeffe. Amori che si consolidano e che nascono; ma anche amori bugiardi, di convenienza, con una preda e un carnefice, e tutte le conseguenze del caso. Ogni personaggio, con la sua storia, è da considerare protagonista. Le vere eroine sono Sofia e Maxima, che spinte dalla sete di giustizia, mostrano al lettore un’evoluzione tangibile. Sofia avrà un momento di defaillance, in cui emergerà ogni tipo di emozione. Le conseguenze della guerra – perdite vere e presunte – serviranno a spazzare i dubbi depositati in fondo al cuore, frutto di una lunga solitudine. Maxima, integerrima e razionale, dovrà fare i conti con un lato romantico che ha sempre rifiutato.
La figura di ogni donna è destinata a lasciare il segno, costretta a prendere le redini della famiglia, con gli uomini chiamati al fronte, fatti prigionieri o rimasti uccisi; inoltre molte figure femminili – come le due protagoniste – avranno parte attiva per tutta la durata del conflitto (ricordate la staffetta?). Gesta che – come racconterà la storia – farà guadagnare a tutte le donne (una volta raggiunta la maggiore età) un piccolo posto nella vita politica, grazie al suffragio universale.
Assolutamente da leggere per comprendere appieno un pezzo di storia dal punto di vista prettamente umano. Ci siamo avvalsi dei racconti dei nostri nonni, ne abbiamo assorbito la paura, il costo di un sacrificio, ma non abbiamo mai pensato a quanto ognuno ha lasciato in quella guerra ingiusta. Oltre alle perdite, l’autrice ha saputo raccontare lo struggimento di chi sta a casa ad attendere, senza la certezza di un ritorno; la rassegnazione per un’impiccagione ingiusta; il dolore per il sangue versato; smarrimento per le decisioni incomprensibili imposte dal regime.
Da leggere perché in fondo non dovete mai smettere di sperare, specialmente se è il cuore a suggerirlo. Da leggere per avere quel senso di pienezza di cui non si può far a meno. Da leggere perché ora avete la certezza che è un vero capolavoro!

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