Recensione: ROSSO VENDETTA di Marzia Accardo

L’autrice ci stupisce con racconti “agghiaccianti” in cui prevale un personale senso di giustizia.

  • Titolo: Rosso Vendetta
  • Autore: Marzia Accardo
  • Editore: Indipendently publishing
  • Genere: Racconti noir
  • Data di uscita: 2 Gennaio 2021
  • Pagine: 24
  • E-book: 1,00
  • Cartaceo: 4,00

Trama

Il truffatore che ha rovinato tuo figlio.
Il vicino di casa che odi.
La donna che ti ha rubato il fidanzato.
I bulli che hanno condizionato la tua vita.
Cosa saresti disposto a fare per vendicarti?
Fin dove può spingersi l’odio, e quanto può fare rumore il silenzio?
Quattro brevi racconti dalle tinte oscure, quattro personaggi in apparenza innocui e dalla vita ordinaria, assetati di vendetta, che alla viglia delle feste vedranno risvegliarsi i loro istinti più nascosti. Perché a Natale non sono tutti più buoni.

Ognuno di noi cela un pizzico di oscurità nel proprio cuore, laddove poi si è subito delle ingiustizie, quella sensazione opprimente di infelicità e tormenta non cessa mai bussare nella nostra mente, fare capolino e sfociare in qualcosa che non si può fermare: la fredda vendetta. L’autrice ci propone quattro racconti neri che scavano nelle profondità dei protagonisti: sensi di vuoto, rimpianto di non aver prima affilato le unghie; disprezzo verso chi non rispetta le regole o chi conduce la sua esistenza rovinando quella degli altri; infine il disagio, la rabbia di essere stati abbandonati per un’altra persona, quando si si ha amato troppo, con ogni fibra del proprio animo.

Tutti gli elementi si incastrano alla perfezione nei racconti creati da Marzia, costruiti con scrupolosità, brevi ma non per questo incompleti o meno potenti. L’obiettivo per cui sono stati scritti è quello di colpire il lettore, farlo rabbrividire, immedesimarsi nelle vicende con una punta di dolore. Ognuno ha impresso un tema importante, su cui riflettere.

Loro è il racconto apripista di questa piccola raccola. Un viaggio in treno, nei giorni che precedono il Natale, qualche scambio di battute con la passeggera di fronte, pensieri scuri mentre si osserva il paesaggio del finestrino, distratti dalle urla di un ragazzo maltrattato da un gruppo di bulli; un povero emarginato, poco attraente e sovrappeso. Nessuno che lo aiuti. Ricordi spiacevoli si affacciano nella mente della protagonista. Come si può fare giustizia, e soprattutto qual è il modo migliore per averla? Un grido di protesta contro il bullismo, un orrore che è capace di rovinare per sempre chi lo subisce. Personalmente mi ci sono immedesimata, solo chi subisce davvero questa ingiustuzia può comprendere quanto il bullismo faccia danni.

L’hanno detto loro. Hanno deciso che non valgo nulla, che merito di stare da sola che non devo avere amici nè pretendenti. Che nessuno può volere una come me.

La speranza è l’ultima a morire si incentra nella preparazioni alla vendetta di una donna che ha perso un figlio, un dolore tagliente aggravato dalla consapevolezza che il colpevole è un altro essere umano. Truffare il prossimo è vivere alle spese degli altri, e chi è bravo a farlo di certo non comprende cosa sia il senso di colpa.

Inutile cercare di distrarmi con qualche programma del mattino, ormai il mio pensiero fisso è soltanto uno.

L’albero di Natale non è propriamente dedicato a una festa. Punto focale è il disprezzo per un fastidioso vicino di casa. Chi più di me può capire certe intolleranze? Quello che fa troppo rumore, quello che non saluta mai, quello che se ne frega di tutti. Un risvolto inaspettato, quello che attende questo esempio di inciviltà.

Ti odio, vorrei che sparissi dalla faccia della terra, ma non posso permettermi di andare via di qui, nè di farti del male…

Ultimo racconto è Solo un grande amore, straziante e introspettivo. Una donna che non si rassegna d’aver perduto l’amore della sua vita, di essere stata soppiantata da un’altra donna. Il vero colpevole è il troppo amore, un sentimento assoluto, morboso, che distoglie da ogni emozione positiva. Come diceva Ryoko Ikeda, a volte l’amore porta alla più totale infelicità.

Decidi tu, ora, chi delle due è stata il tuo unico, grande amore.

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