Review Party: “I LUPI DI ROMA” di Andrea Frediani – ed. Newton Compton

Laura Baldo partecipa, per A libro aperto, al Review Party di “I LUPI DI ROMA” di Andrea Frediani, edito Newton Compton.

  • Titolo: I lupi di Roma
  • Autore: Andrea Frediani
  • Editore: Newton Compton
  • Data pubblicazione: 7 gennaio 2021
  • Genere: Storico
  • Pagine: 382
  • Prezzo: 4,99

Trama

Un grande romanzo storico
La saga della famiglia Orsini
Una feroce lotta per il potere tra le più potenti famiglie di Roma

Nel 1277, una feroce lotta per il po­tere si scatena in occasione del con­clave. Dopo sei mesi di sede vacante, la famiglia Orsini riesce a far eleg­gere un proprio esponente. Il nuovo pontefice, Niccolò III, si propone di arginare lo strapotere di Carlo D’An­giò, re francese di Napoli e senatore di Roma, ma mira anche a consoli­dare le fortune della famiglia. In bre­ve gli Orsini assumono il controllo di Roma, di Viterbo e del collegio cardinalizio. Tuttavia le ambizioni del papa e di suo cugino, il cardina­le Matteo Rubeo, obbligano alcuni membri della famiglia, come Orso, podestà di Viterbo, e Perna, spinta da un amore proibito, a sacrificare i loro stessi sentimenti. Ma l’ascesa della dinastia viene interrotta da un evento imprevedibile, che esporrà gli Orsini alla vendetta dei loro tanti nemici. In cerca di riscatto, gli Orsini scopriran­no che farsi campioni degli ideali di libertà può essere un obiettivo più gratificante del dominio. Da Bolo­gna a Palermo, passando per Firenze, Viterbo e Roma, si faranno quindi protagonisti delle lotte tra guelfi e ghibellini, per le autonomie comunali e dei Vespri siciliani, imprimendo la loro mano sul ricco affresco dell’Italia tardomedievale. Questa è una storia di potere, di fede, di amore e di san­gue. Questa è la storia della famiglia Orsini, i Lupi di Roma.
Un autore da oltre 1 milione di copie
Tradotto in tutto il mondo

«Andrea Frediani è un grande narratore.»
Corrado Augias
«Andrea Frediani è autore di romanzi di impressionante successo.»
Loredana Lipperini
«Frediani sa tenere il pubblico con il fiato sospeso grazie a un ritmo e a una cadenza serrata, tipiche di romanzieri quali Ken Follett, Valerio Massimo Manfredi e Michael Crichton. Il suo stile è fluido, accattivante, mai monotono e ripetitivo, e immerge interamente il lettore nelle vicende narrate e nelle sensazioni provate dai vari personaggi.»
Corriere della Sera
«Andrea Frediani accompagna i lettori senza perdersi in luoghi comuni e tenendo fede alla correttezza della ricostruzione storica.»
la Repubblica

I lupi di Roma è un romanzo storico molto coinvolgente, che ci trasporta in un periodo poco conosciuto, segnato da lotte e divisioni: quelle tra le famiglie più potenti di Roma, tra guelfi e ghibellini, tra papato e impero. Nel XIII secolo l’Italia è divisa in regni e protettorati, mentre re, papi e imperatori si contendono i suoi vari territori, in una lotta incessante per guadagnarsi la supremazia politica.

È un’epoca a cui in narrativa si è dedicata poca attenzione e che conoscevo poco prima di leggere il romanzo, ma questo è uno dei fattori che hanno reso la lettura più interessante, perché ho imparato molte cose che non sapevo.

Il romanzo narra le vicende della famiglia Orsini, una delle grandi casate romane, della sua ascesa al potere grazie ad alleanze e maneggi politici, fino ad ottenere il soglio pontificio con Giovanni Gaetano Orsini, divenuto papa Niccolò III. Da qui la famiglia inizierà un’ascesa apparentemente inarrestabile, con le cariche più importanti di Roma e dei vari possedimenti del papato — che comprendevano buona parte dell’Italia centrale — assegnate a parenti e  alleati. Il fine sembra essere la stabilità della Chiesa e la libertà dall’influenza straniera, ma l’ambizione gioca la sua parte, e i protagonisti si troveranno costantemente in bilico tra trionfo e distruzione, tra dedizione alla famiglia e sentimenti personali, tra obbedienza e coscienza. Perché per arrivare sulla vetta la strada è spesso accidentata e costringe a fare delle scelte difficili e a essere spietati con chiunque intralci il cammino.

Si intrecciano così le storie di vari esponenti della famiglia, uomini e donne, ognuno coi suoi problemi personali. È un romanzo corale, che ci trasporta di volta in volta nel punto di vista dei vari personaggi.

Niccolò III ha costruito negli anni una visione grandiosa per la propria stirpe e per la Chiesa, ma il prezzo da pagare per portarla avanti potrebbe essere più alto del previsto. Accanto a lui, il capostipite, c’è da sempre il fidato cugino Matteo Rubeo, che per il papa è consigliere e sostegno, ma che nasconde segreti terribili. C’è Orso, il nipote, che si troverà a governare l’intera Tuscia, e per amore della famiglia si è lasciato incastrare in un matrimonio infelice e in obiettivi non suoi, e che d’improvviso si trova lacerato tra il dovere e l’amore sincero per Beatrice, figlia di un nobile ghibellino sospettato di eresia. Poi ci sono i nipoti acquisiti, come Giovanni Colonna, che ambisce a un ruolo militare importante, per il quale sa di avere le capacità, ma anche lui col tempo finirà per avere dei dubbi. Così come suo fratello Jacopo, eletto cardinale ancora molto giovane, a disagio nei giochi di potere all’interno della Chiesa. Il cugino Latino Malatesta, che nonostante gli incarichi importanti rimane nell’animo uno studioso, molto rigido riguardo alla morale, che dovrà fare i conti con molte cose cui non è preparato. E suo fratello Cencio, violento e volgare, che diventa una pedina volenterosa per ogni genere di affari loschi.

Accanto a loro ci sono anche molte donne, e saranno proprio loro, alla fine, a fare la differenza. Margherita, sorella di Jacopo e Giovanni, che ha scelto di rinunciare ai suoi privilegi nobiliari per dedicarsi ai poveri e ai malati, tanto che, nonostante la famiglia ne sia imbarazzata, molti la considerano una santa. Perfino la sua bontà genuina però verrà usata a fini di propaganda, e una malattia la porterà via ancora giovane, non prima però di aver provocato un cambiamento nei cuori di chi la circonda. C’è Perna, innamorata di un esponente degli Annibaldi, i peggiori rivali degli Orsini in quel momento, che spera ingenuamente che il loro amore sarà sufficiente a riportare la pace, ma non ha idea delle prove terribili che il destino ha in serbo per lei. La sua storia d’amore ricorda per molti versi quella tra Romeo e Giulietta. E infine c’è Beatrice, divisa tra l’amore per Orso e l’odio per i soprusi della sua famiglia, che deve trovare in sé la forza di perdonare e lottare per la pace anziché per la vendetta.

Ci sono molti altri personaggi, le cui storie sembrano all’inizio slegate, ma finiranno per intrecciarsi alla fine, dove non si tratterà più di ambizione ma di sopravvivenza e libertà dall’influenza straniera.

Ammetto che per le prime cento pagine ho faticato un po’ a ricordare tutti i protagonisti e le parentele, anche perché i personaggi sono tanti e spesso i nomi sono simili, ma dal momento che sono persone reali, capisco bene che non si poteva fare altrimenti. Da lì in poi però le storie cominciano a intrecciarsi e la trama diventa molto più coinvolgente, quindi valeva senz’altro la pena di avere un po’ di pazienza.

Mi sono piaciute molte cose di questo romanzo, a partire dall’ambientazione insolita, in un’epoca lontana e poco frequentata, che l’autore ha saputo ricostruire in modo fedele e rendere viva grazie ai dettagli storici accurati e alle emozioni che animano i protagonisti.

Il conflitto tra dovere e coscienza mi affascina sempre, quindi ho seguito volentieri le vicende dei vari personaggi, ansiosa di sapere come si sarebbero sviluppate.

Ho apprezzato anche la resa fedele dei problemi delle donne dell’epoca, soffocate sotto una morale ipocrita che le voleva sottomesse e obbedienti, ma al contempo necessarie per creare alleanze preziose. Sulla carta avevano pochissimi diritti, ma le protagoniste del romanzo sono tutte donne forti, che sanno lottare contro le imposizioni e le ingiustizie e addirittura farsi promotrici della pace. Tutto ciò senza calcare la mano e attribuire loro pensieri estranei all’epoca, ma sempre in modo realistico. Sono quindi eroine riluttanti, piene di dubbi e sensi di colpa, ma nonostante ciò trovano comunque il modo di fare la differenza, spinte dall’amore e dal senso di giustizia, e per questo motivo mi sono piaciute molto.

Lo stile di scrittura è essenziale, ma il registro linguistico è sempre adeguato all’epoca e la lettura risulta scorrevole.

L’autore ha saputo mediare con scioltezza tra la realtà dei fatti storici e le necessità narrative. I protagonisti sono quasi tutti personaggi realmente vissuti, anche se magari non così noti, ma l’autore è riuscito a renderli vivi, persone come noi, con la mentalità e i problemi dell’epoca in cui vivevano, permettendoci così di immedesimarci e prendere a cuore le loro vicende.

Insomma, se amate i romanzi che ci offrono uno scorcio autentico sul passato, gli intrighi per il potere, i conflitti tra dovere e sentimento, questa è senz’altro una lettura da non perdere.

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