Recensione: “DOVREI STARTI LONTANO” di Joanna Wylde – ed. Newton Compton

Per Daniela Tess continua l’emozionante viaggio con la Reaper’s Series; oggi ci parla del quarto volume DOVREI STARTI LONTANO di Joanna Wylde, ed. Newton Compton.

  • Titolo: DOVREI STARTI LONTANO
  • Autore: Joanna Wylde
  • Editore: Newton Compton
  • Genere: romance contemporaneo
  • Data pubblicazione: 21 giugno 2021

Trama

Reaper’s Series
Autrice bestseller del New York Times

In qualità di presidente del Reapers Motorcycle Club, Reese “Picnic” Hayes ha dedicato tutta la sua vita al gruppo. Dopo aver perso la moglie, ha sempre pensato che non avrebbe mai più potuto amare un’altra donna. E con due figlie da crescere e un club da gestire, per lui andava benissimo così. Reese preferisce avere relazioni libere e senza complicazioni: sicuramente non vuole perdere tempo con una rispettabile donna delle pulizie come London Armstrong. Peccato che sia completamente ossessionato da lei. 
Oltre agli sforzi per stare dietro alle fatiche del suo lavoro, London deve prendersi cura dei problemi della sua famiglia allargata. Ovviamente è attratta dal capo dei Reapers, ma non è stupida: sa che Reese Hayes è un criminale e un delinquente. Ma quando suo cugino rimane invischiato con uno spietato cartello della droga, Reese potrebbe essere l’unico uomo disposto ad aiutarla. Ora London deve prendere la decisione più difficile della sua vita: fino a che punto è disposta a spingersi per salvare la sua famiglia?

Copia digitale gentilmente fornita dalla CE in cambio di una recensione onesta

Dovrei starti lontano è il quarto capitolo della Reaper’s series, ovvero la serie dedicata ai “cattivi motociclisti” della Wylde.  Ho letto con piacere “Sei tu quello che voglio”,  libro sui  Em e Hunter, ed ero estremamente curiosa di conoscere anche la storia di Reese e London.  Em è la figlia di Reese Picnic Heyes, il capo della banda di motociclisti, il presidente del Reapers  Motorcycle club. Nel romanzo precedente a questo assistiamo al nascere dell’interesse di Reese per London, una donna dolce, generosa, che viene assunta per le pulizie nel club. Lui è vedovo, padre di due figlie ormai grandi e si sente immediatamente attratto da quella donna bionda e procace, anche se ha giurato a se stesso a ai suoi fratelli del club che mai avrebbe guardato un’altra che non fosse la defunta moglie, Heather. In effetti per molti anni lui si mantiene fedele alla promessa di non innamorarsi mai più usando le donne solo per un puro e momentaneo piacere. Finché, appunto, non incontra London, onesta, lavoratrice, madre single e adottiva di una parente che ha problemi cognitivi e di salute: Reese ne resta immediatamente colpito e cerca di combattere quell’attrazione, non volendo mescolare affari e piacere.

… perché lei era troppo gentile, troppo pulita e decisamente troppo adulta. La signora Armstrong era una cittadina in regola che rigava dritto e viveva onestamente, perciò non c’era posto per lei nel mio mondo. Sarebbe scappata gridando nel cuore della notte, se le avessi mostrato chi ero veramente.
A peggiorare ulteriormente la situazione, lei mi piaceva anche come persona.

London è diversa dalle donne che conosce e frequenta anche se lui non immagina quanto e dove potrebbe arrivare. Anche London è attratta dal capo dei  Reepers  ma è impegnata con un altro uomo, il vicesceriffo, un uomo di legge mentre Reese è l’esatto contrario, trovandosi al di là della barricata in quel luogo a cavallo tra legalità/ordine e criminalità.

C’era qualcosa in lui… il modo in cui i suoi occhi mi seguivano senza mai staccarmisi di dosso, come se volesse mangiarmi, e non durante una romantica cenetta a lume di candela con tanto di fiori. Una spruzzata di grigio sulle tempie suggeriva che fosse un po’ più vecchio di me, ma aveva il fisico di un ventenne. Non so cosa mi turbasse di più, se la sua innata capacità di incutere timore, o il fatto che, sotto sotto, quella sua caratteristica mi eccitava. Ero patetica, lo so.

Eppure, come in ogni romance che si rispetti, nulla è come appare e non mancheranno colpi di scena anche eclatanti. Il romanzo mi è piaciuto molto: la coppia funziona, ha chimica, le scene d’amore sono  esplicite, nel più perfetto stile dell’autrice. Consigliate quindi a chi non teme parole dirette e piccanti negli incontri amorosi. Devo dire che non mi ha disturbato lo stile scorrevole e hot dell’autrice, adatto al tipo di storia e relazione che ha scelto di raccontare.

Volevo soltanto prendere tutto il suo odio e il suo dolore e la sua rabbia su di me perché li meritavo, ma invece di soffrire provavo una sensazione troppo bella, mentre lui continuava a riempirmi.

Mi ha molto stupito invece il colpo di scena iniziale: inaspettato e devo dire sconvolgente. Grazie a questo, la Wylde ci fa fare un passo indietro, un salto nel tempo di diciotto giorni ed è brava a tenerci con il fiato sospeso per tutte le pagine, fino a circa metà libro, facendoci scervellare nel cercare di capire cosa possa essere accaduto e perché.  Se devo essere onesta la spiegazione del colpo di scena non mi ha pienamente convinto; senza rivelarvi troppo, per me potevano essere prese decisioni diverse.  Ma ovviamente se non si fosse creato questo pesante e grave misunderstanding non ci sarebbe stato metà romanzo e forse è servito a dimostrare quanto possa essere forte l’amore tra i due protagonisti.

Lui fece un passo indietro tenendo le braccia sollevate, con un sorriso beffardo sul volto; era ovvio che aveva intuito i miei pensieri. Distolsi velocemente lo sguardo, e quello fu un errore colossale perché lo posai inavvertitamente sui suoi jeans, e il rigonfiamento gigante dentro ai suoi pantaloni mi fece sentire ancora più instabile, mentre dentro di me, in profondità, tutto si scioglieva e si rimescolava.
Ma come poteva essere? Com’era possibile che un uomo che nemmeno conoscevo mi facesse impazzire in quel modo? E mi faceva persino dubitare di Nate, che non aveva mai fatto niente per sollevare la minima ombra di sospetto.

Tanto mi era piaciuta London nel romanzo precedente, seppur appena abbozzata, tanto mi è piaciuto Reese in questo: come uomo, come padre, come capo. Rivela alla fine una capacità di amare e perdonare, una lealtà ai suoi fratelli, alla sua gente davvero encomiabile e da loro ne è ricambiato; dimostra di essere un vero uomo non perché forte, minaccioso, ma perché lotta per la sua donna, per proteggerla, per difenderla e renderla felice.

Invece, si era accomodato con disinvoltura sulla sedia di fronte a me, con la birra in mano e una rivista aperta davanti a sé. Alzò lo sguardo e mi rivolse quel suo sorriso beffardo. Dio, amavo quel sorriso, nonostante a volte potesse diventare crudele da morire.

Mi piace il sovvertimento di tutti i cliché: i buoni e i cattivi che si mescolano, in un mondo dove non esiste più il bianco o il nero ma il grigio che non significa noia, indifferenza, mediocrità ma la sfumature dell’animo umano che ha luci ma anche ombre, in ognuno di noi. Mi è piaciuta anche la seconda parte del romanzo, quella più dura, forte, dove c’è qualche scena violenta: in fondo si parla di bande di motociclisti e cartelli della droga; non è il mio elemento preferito, né il mio genere e forse proprio per questo va dato atto alla bravura dell’autrice di avermi saputo comunque coinvolgere. Ho amato i personaggi secondari: ho rivisto con piacere Em e Hunter; ho apprezzato Painter e la sua intesa con Mellie: una coppia così diversa, ma così ben assortita, che già pregusto il momento di leggere la loro storia. Ho cercato un’anticipazione in inglese e mi ha colpito molto: esplicita, passionale, forte, cruda ma intrigante. Il cattivo ragazzo che si innamora della brava ragazza. Un cliché che però personalmente adoro, se ben scritto ovviamente. Mi hanno colpito i Reepers, la loro reciproca lealtà, il loro essere quasi dei moschettieri moderni, tutti per uno e uno per tutti.  Molto interessante anche la figura dell’ultimo arrivato, Puck, così come Jessica, la figlia adottiva di London. Un personaggio odioso all’inizio che però cresce e si riscatta; mi è piaciuto molto il finale dedicato a lei; non posso svelarvi altro ma se lo leggerete capirete bene il perché.  

Giurai che avrei usato tutte queste esperienze per aiutare i miei studenti: ogni sofferenza, ogni decisione stupida che avevo preso, ogni momento di dolore fisico che avevo sopportato.
Tutte le volte in cui qualcuno mi aveva presa in giro perché ero “lenta”. Ma ora lo sapevo: non ero lenta, ero diversa, e quella differenza era proprio ciò che faceva di me una dei migliori insegnanti dello stato…
Nessuno si sarebbe più preso gioco di me.

Consiglio quindi il romanzo a chi ama i contemporanei forti, anche un po’ dark. A chi predilige le storie intense, esplicite, drammatiche, passionali e le trame che tengono con il fiato sospeso. A chi ama gli opposti che si attraggono e a chi subisce il fascino dei bad boys: qui ce ne sono diversi tra cui scegliere… per tutti i gusti. Spero che darete loro una possibilità, così come l’ho data io e non me ne sono mai pentita. Al prossimo romanzo, cara Joanna, sperando che sia quello di Mellie e Painter! Ho già iniziato il countdown!

Non c’erano baci affettuosi, né risatine scherzose, ma soltanto il desiderio grezzo di due persone le cui vite si erano schiantate l’una contro l’altra nel peggior modo possibile.

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