CHICCHE DA… L’ORIENTE – Korea Edition: 6 Letture da affrontare per conoscere di più la Corea

Oggi ho deciso di suggerirvi qualche lettura che vi farà scoprire diversi aspetti della Corea del Nord e della Corea del Sud. I generi sono differenti, per accontentare ogni tipo di lettore.

FIABE E STORIE COREANE di Maurizio Riotto 

Trama: Paese colpevolmente trascurato, se non ignorato, dalla cultura italiana, la Corea possiede uno dei più vasti patrimoni di letteratura orale di tutto l’Estremo Oriente. Le influenze di filosofie come il buddhismo e il confucianesimo, originariamente estranee alla cultura tradizionale, lungi dall’aver sepolto o appiattito la vivacità intrinseca del carattere originario coreano ne hanno invece potenziato la fantasia e gli strumenti della narrativa. In queste fiabe, la maggior parte delle quali mai tradotte al mondo, emergono alcuni elementi fondamentali: l’inviolabilità del rispetto tra padri e figli (e figli e padri); la considerazione degli animali, molti dei quali rientrano nel mito; il sostrato sciamanista del paese, al quale si rifanno tante storie di geni, spiriti, fantasmi; l’ideale dell’Amore, pur considerato dalla società, rigidamente strutturata in classi, un sentimento marginale; il sogno della metamorfosi, concepita come legge del contrappasso, e, soprattutto, la capacità di accettare un’endemica, sempre presente povertà, ma anche di impegnarsi per reagirvi. In questa nuova edizione l’introduzione è stata ampliata e sono stati aggiunti, oltre ad altre fiabe, anche un apparato informativo per il lettore e nuovi e più recenti riferimenti bibliografici.


LA DANZATRICE DI SEUL di Shin Kyung-sook 

Trama: Orfana. Ballerina di corte. Sposa di un diplomatico francese. Esule in un mondo che non la comprenderà mai. Seul, 1890. È solo una bambina orfana, Yi Jin, quando arriva come serva alla corte Joseon, ma c’è qualcosa in lei che smuove il cuore della regina. È per questo, per la sua fragilità di uccellino e la delicatezza del suo viso, che diventa oggetto di un amore quasi materno, e le viene concesso il privilegio di imparare una delle arti più amate a corte, la danza. Negli anni, Yi Jin diventa la danzatrice più apprezzata e famosa di tutta la Corea: con ogni movimento del corpo sembra in grado di compiere una magia. Quando un diplomatico francese visita la corte – sono gli ultimi, fulgidi anni della dinastia Joseon, che di lì a poco l’invasione giapponese avrebbe spazzato via – osserva rapito la magnificenza di questa cultura al culmine del suo splendore. E, vedendo Yi Jin che interpreta la Danza dell’oriolo a Primavera, resta inevitabilmente stregato: pur sapendo che le danzatrici appartengono alla corte, chiederà al re di portarla con sé in Francia e sposarla. Il permesso è accordato, e per Yi Jin comincia un viaggio incredibile: quello della prima donna coreana che abbia mai messo piede sul suolo europeo. Yi Jin conoscerà Parigi nel pieno della Belle Epoque, ma si scontrerà anche con una cultura completamente diversa, che non riuscirà mai a vedere in lei altro che un’esotica meraviglia…


LA MIA LOTTA PER LA LIBERTÀ di Yeonmi Park

Trama: Sono estremamente grata per due cose: di essere nata in Corea del Nord e di essere fuggita dalla Corea del Nord. Entrambi gli eventi mi hanno formato, e non cambierei mai la mia vita con una pacifica e tranquilla. Ma c’è molto di più nella storia che mi ha portato a essere quella che sono oggi. […] Durante il mio viaggio ho visto gli orrori che gli esseri umani sono capaci di infliggersi a vicenda, ma sono stata anche testimone di atti di tenerezza, gentilezza e sacrificio nelle peggiori circostanze immaginabili. So che si può perdere parte della propria umanità per spirito di sopravvivenza. Ma so anche che la scintilla della dignità umana non si potrà mai davvero spegnere e che, grazie all’ossigeno della libertà e al potere dell’amore, potrà tornare a brillare. Quella è la storia delle scelte che ho fatto per riuscire a vivere.” Yeonmi Park racconta la sua storia incredibile: dall’infanzia sotto il regime di Kim Jong-il, alla fuga in Cina finita nelle mani dei trafficanti di esseri umani, alla ricerca senza esito della sorella Eunmi, alla traversata del gelido deserto di Gobi seguendo le stelle verso una nuova vita, il suo memoir è un inno senza retorica alla libertà e alla forza dello spirito umano.


LA MOGLIE COREANA (Pachinko) di Min Jin Lee

Trama: Corea, anni Trenta. Quando Sunja sale sul battello che la porta in Giappone, il suo Paese, la Corea, è colpito a morte dall’occupazione giapponese. Tradita dall’uomo che l’ha fatta innamorare e da cui aspetta un figlio, per non coprire di vergogna la locanda che dà da vivere a sua madre, Sunja lascia la sua casa, al seguito di un giovane pastore che si offre di sposarla. Ma anche il Giappone si rivelerà un tradimento: quello di un Paese dove non c’è posto per chi, come lei, viene dalla penisola occupata. Perché essere coreani nel Giappone del xx secolo è come giocare al gioco giapponese proibito, il pachinko: un azzardo, una battaglia contro forze più grandi che solo uno sfacciato, imprevedibile colpo di fortuna può ribaltare.


I RACCONTI DI OU di Yu Mongin

Trama: L’opera di Yu Mongin, Ou yadam, cioè “I racconti di Ou”, si presenta con caratteri di eccezionalità sia per la sua materia sia per l’importanza acquisita nella storia della letteratura coreana classica. Vissuto tra il 1559 e il 1623, l’autore, noto anche con il nome d’arte Ou, attraversò un periodo di gravi turbolenze politiche a cavallo dei due secoli, andando incontro prima all’esilio e poi alla condanna a morte. A lui si deve il termine yadam per la raccolta, passato poi a indicare il distinto genere letterario al quale diede origine. Composta in ideogrammi cinesi e in registri diversi della lingua coreana colta o parlata, l’opera descrive i contrasti fra le classi sociali, i drammatici eventi della lotta tra le fazioni politiche, l’invasione dei giapponesi, i rapporti con la Cina e i cambiamenti culturali e sociali in atto durante il periodo Choson.


BONUS – LA RAGAZZA DAI SETTE NOMI di Hyeonseo Lee

Trama: Come tutti i bambini cresciuti nella Corea del Nord anche Hyeonseo Lee pensa che il suo paese sia «il migliore del mondo». È una «brava comunista», studia le gesta leggendarie del Caro Leader Kim Il-sung, partecipa alle coreografie di massa organizzate dal Partito e crede che la Corea del Sud, l’acerrimo nemico, sia un paese poverissimo, pieno di senzatetto, dove la gente muore per le strade e gli odiati yankee si divertono a prendere a calci bambini e disabili. Per lei, proveniente da una famiglia della classe media «leale» nei confronti del regime, le cose cambiano all’improvviso quando, nel 1994, la Corea del Nord viene sconvolta da una terribile carestia. È allora, nel vedere molti suoi connazionali morire di fame o sopravvivere a stento cibandosi di erba, insetti e corteccia d’albero, che Hyeonseo, appena diciassettenne, comincia a interrogarsi sulla reale natura del proprio paese e a dubitare delle verità confezionate dalla propaganda. Ed è allora che si accorge che al di là del confine, in Cina, poco lontano dalla sua casa di Hyesan, le luci non si spengono mai. E che forse, dall’altra parte del fiume ghiacciato, un’altra vita è possibile.

Ve ne ho parlato qui: https://maikamedici.com/2021/04/15/recensione-la-ragazza-dai-sette-nomi-la-mia-fuga-dalla-corea-del-nord-di-hyeonseo-lee-con-davide-john-ed-mondadori/

Spero di avervi incuriosito e convinto a conoscere un po’ di più questo bellissimo Paese.

Gina.

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