Recensione: “PRINCIPESSA SARANGHAE” di Diego Galdino – ed. Bertoni Editore

Principessa Saranghae, ed. Bertoni Editore, arriva tra le mie mani nel giorno del mio compleanno, e proprio grazie alla mia migliore amica e all’autore, Diego Galdino. Un giorno che non dimenticherò mai come questo romanzo, un’altra storia straordinaria!

  • Titolo: PRINCIPESSA SARANGHAE
  • Autore: Diego Galdino
  • Editore: Bertoni
  • Genere: romance; narrativa
  • Data pubblicazione: 20 settembre

Trama

Yoo una Principessa Coreana del 1300. Giulio un ragazzo romano dei giorni nostri proprietario di uno straordinario negozio di palle di neve. Due anime destinate ad incontrarsi grazie ad una magia. La palla di neve incantata capovolge il tempo ed il destino. Così tra una carbonara preparata in un tempio buddista e una cerimonia del tè nel centro di Roma, una storia d’amore nasce a dispetto della distanza tra epoche diverse che pagina dopo pagina, sembra assottigliarsi fino a sparire del tutto, perché l’amore alla fine non cambia mai e resta sempre lo stesso dappertutto. Un drama coreano all’italiana, una via di mezzo tra Vacanze Romane, La casa sul lago del tempo, Kate & Leopold e Amarsi un po’. Questo è Principessa Saranghae di Diego Galdino.

Giulio Cesari è un ragazzo normale, senza grilli per la testa, con lo stesso appuntamento del sabato sera a cena con gli amici, che include una ex, Rita, che non ha mai perso la speranza di riacciuffarlo. Un giorno Marco, suo cugino e migliore amico, gli chiede di accompagnarlo nel Minnesota e qui incontra un uomo di origini coreane, Yo Yo. Si osservano, si studiano e parlano i due… ma è più Giulio quello frastornato dalla situazione: in quel momento comprende quale sarà il suo futuro lavorativo.

Tornato a casa con il cuore gonfio di emozioni – più per il regalo del coreano che per il concerto di Prince –, realizza il suo sogno: aprire, a Roma, un negozio di palle di neve. Avete presente quelle palle che racchiudono in miniatura parte di una città e quando le si rovescia nevica? Ecco, quelle! Ora immaginate scaffalature piene di questi oggetti dove i vostri luoghi del cuore quasi si possono toccare l’un con l’altro… Credetemi lo Snowball è un posto magico e Giulio è la persona più adatta a vendere quei prodotti, appena lo conoscerete me ne darete atto. Lui crede nel suo progetto, e ciò fa sì che – a differenza di ciò che si potrebbe pensare di un’attività così particolare –, da quel negozio si avverino i sogni di qualche romano. Parenti, amici e amici di amici contagiati dall’entusiasmo e… dall’ultima novità di Giulio.

«È un piacere fare la sua conoscenza, Principessa. Al deposito degli autobus e dei tram ormai non si parla d’altro che della sua bellezza. Mario e sua moglie non fanno che vantarsi. E adesso vedendola ho capito perché. Faccia buon viaggio, vedere Roma da questo tram è davvero un’esperienza unica.»

È come se Giulio stesse camminando su un percorso scandito dal destino: Roma – Minneapolis – Roma/Snowball – Corea – Roma… Tutto grazie alla prima palla presa in mano, quella antica con il Tempio; e ogni volta che la osserva succede qualcosa che gli preannuncia novità. Dall’ultimo “viaggio attraverso il tempo” Giulio non è stato più solo. Be’, le dinamiche precise non le posso raccontare io, dovrete scoprirle da soli, ma vi assicuro che ci sarà da divertirsi e sognare. Diego Galdino ha la capacità di scaldare il cuore e lasciarti come un ebete con gli occhi a stellina – cuore l’ho scritto sopra, la classica faccetta da cartone animato, insomma! – e toglierla è impossibile, perché ogni sua storia è unica e resta dentro.

La Principessa arriva a Roma e non deve solo confrontarsi con una nuova cultura, in un nuovo Paese; deve adattarsi alla modernità, un po’ meno al dialetto e al cibo perché sembra che ci sia nata tra ʼtacci, carbonara e pizza.

«Tra tutti i palazzi tu sei il mio Cupolone e se è vero che qui da voi a un uomo è concesso avere solo una fidanzata, avverti Rita che io sono la tua.»

Di solito si cercano gli estratti d’acchiappo, quelli che fanno sciogliere o piangere; io ho fatto tutt’altro, ho preso quelli più leggeri o per usare un termine che amo associare a questo romanzo, genuini.

La Principessa Saranghae è un romanzo “vero”, in ogni sua parte, anche se si avvale di un piccolo espediente fantasioso. L’amore è conoscersi nella quotidianità; si compone di piccole cose e di… scoperte, come nel caso della Principessa. Se avete più o meno la mia età potete capire: chiudete gli occhi e pensate a un viaggio con i vostri genitori. Non vi è mai capitato di fermarvi su una piazzola di sosta e aprire una cartina – stesa magari sul cofano dell’auto – per orientarvi, per raggiungere la meta di vacanza? Ora pensate a come stavamo senza Google Map! Era una figata, ma oggi è meglio, sì fa prima. A quel tempo avreste pensato che quella sarebbe stata cartaccia, un giorno? La Principessa ha visto, da un momento all’altro, con un paio di occhi nuovi, una città diversa, una vita diversa e scoperto la modernità. E Giulio è diventato tutto il suo mondo – quello nuovo – ma non per “ricasco”. Perché era il destino? Forse, d’altronde ve l’ho detto io, ma… Piuttosto perché si sono guardati per la prima volta senza aspettative e si sono conosciuti nella parte più vera, l’anima! Poi Giulio ha avuto il benestare da colui che le ha fatto da padre, il generale Shin; lei ha trovato finalmente una famiglia con Mario e Cinzia… e tutto andrà a meraviglia fino a quando, come dice il narratore, sul più bello succede qualcosa: un colpo di scena li allontana, ci sta, no?

Ora aprite la prima pagina, poi la successiva e iniziate dalla prefazione. Ora vi dico cosa è successo a me: ho immaginato Diego Galdino raccontare la storia di Giulio a Paolo Girelli, da amico ad amico, con il tocco di romanità che conferma quella sensazione di assolutamente reale, tangibile. Giulio, a questo punto, è già un conoscente del lettore che sta scoprendo quello gli succede quando abbassa la serranda del suo Snowball, che poi mica è proprio vero… tanto accade anche lì. Le sue avventure diventeranno le vostre, come le cene con gli amici, le battute esilaranti della Principessa che vi assicuro, “vederla” parlare romano, con quei delicatissimi tratti asiatici…

Diego Galdino mi ha dato le solite stoccate, basta leggere nella trama “Amarsi un po’” – il film che mi ha rovinato la vita nel tentativo di incontrare un Marco Coccia/Claudio Amendola (che poi l’ho trovato, vi giuro!, ed è finita male) –, o il ricordo delle risate in auto ad ascoltare Magnotta nella cassetta che ha girato mezza Italia (o forse tutta!). Pensate, poi, a tutti i drama coreani che me devo guardà – i titoli sono all’inizio dei capitoli, non vi sbagliate! Ma le parti più belle sono quelle che hanno protagonisti Mario e Cinzia, che rappresentano i genitori, anche loro, quelli veri. Dopo che mi lasciai con il mio Marco Coccia, mamma mi riempiva casa di amici per farmi felice e se nell’aria c’era un bel monello, lo trattavano come la Principessa, solo perché poteva essere quello che mi avrebbe resa felice. I genitori vogliono solo il meglio per i figli e la Principessa ha tolto il muso a Giulio oltre a portare una ventata di freschezza! Mario,ʼtacci tua, ti adoro, e anche io sarei venuta da te, quel giorno…

Grazie Diego perché stai sul pezzo sempre con la tua innata saggezza!

Se la Corea è il vero trend, tanto che se ne è accorto anche Chris Martin, Principessa Saranghae è un capolavoro non da meno di My Universe dei Coldplay/BTS!

Un’altra storia straordinaria, la mia, in un giorno magico.

Dovete sapere che lo scorso anno, il 5 settembre, avevo deciso di andare a prendere un caffè a Roma, da Diego Galdino; poi l’aumento dei contagi e la mia condizione di “fragile” mi hanno fatto tornare sui miei passi. Quest’anno il destino ci ha messo davvero lo zampino – permettetemi ‘sto cliché! – e mi sono ritrovata, il 5 settembre, alla stazione di Fabriano aspettando il treno direzione Roma. La mia migliore amica, Simona La Corte, grazie a un contest, si aggiudicava un “banchetto” al BukRomance; Diego Galdino era uno dei padrini della fiera. Domenica, alle ore 18, ho realizzato il mio sogno: incontrare il mio autore preferito e ricevere da lui un libro autografato.

Eppure, io non ho mai avuto, almeno negli ultimi anni, una palla di neve…

Grazie Principessa, la tua presentazione sicuramente è stata una spinta in più per regalarmi un compleanno da sogno.

Grazie Diego, porterò quella giornata nel cuore per tutta la vita!

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