
Un saggio entusiasmante per la nostra Anna Lisa Manotti. Il suo consiglio è di tuffarvi nelle pagine di OPERAZIONE BARBAROSSA di Stewart Binns, ed. Newton Compton.

- Titolo: OPERAZIONE BARBAROSSA
- Autore: Stewart Binns
- Editore: Newton Compton
- Data pubblicazione: 7 ottobre 2021
Trama
Come Hitler ha perso la seconda guerra mondiale
L’invasione militare più sanguinosa della storia
Il 22 giugno 1941 ebbe inizio la più grande invasione militare nella storia: l’attacco all’Unione Sovietica da parte di quattro milioni di soldati tedeschi.
L’Operazione Barbarossa portò alla più cruenta campagna che l’umanità abbia mai conosciuto, il cui costo in termini di distruzione e perdite umane fu altissimo: durante quei terribili anni, oltre quaranta milioni di persone persero la vita. Eppure, la vera avventura del fronte orientale è ancora poco conosciuta, al di fuori della Germania e dei Paesi direttamente coinvolti. Poco si sa di coloro che dovettero affrontare gli orrori della “guerra di annientamento” voluta da Hitler – i soldati e i civili dell’Europa dell’Est che combatterono e morirono per salvare la loro patria e i loro cari. Stewart Binns racconta la storia di quanti sopravvissero a quell’incubo, e della loro rivalsa sugli aggressori nazisti.
Quattro milioni di soldati contro un popolo intero determinato a resistere
Lo straziante racconto dell’attacco nazista alla Russia, la più vasta operazione militare della storia
«Mio nonno, Winston Churchill, ammirava il coraggio e la risolutezza dell’Armata rossa e dei popoli dell’Europa orientale tutta. Questo libro straordinario, ricco di dettagli e di storie di grande ispirazione, spiega molto di quell’ammirazione.»
Celia Sandys, nipote di Winston Churchill
«Un racconto magistrale, arricchito da straordinarie ricerche e da una profonda analisi dell’anima della Russia.»
Nick Hewer
«Un libro davvero sorprendente, ricco di testimonianze inedite su ciò che significò affrontare e contrastare la più grande invasione della storia dell’umanità.»
Andrew Roberts
Stewart Binns È stato prima accademico, insegnante e soldato, poi è entrato alla BBC e ha intrapreso una brillante carriera nella televisione, ottenendo numerosi premi e riconoscimenti, soprattutto per i suoi documentari. Operazione Barbarossa è il suo tredicesimo libro.
Copia digitale gentilmente fornita dalla CE in cambio di una recensione onesta.

“Operazione Barbarossa” di Stewart Binns è un saggio che ripercorre l’omonima operazione di guerra che vide coinvolte la Germania e l’Unione Sovietica dall’estate all’inverno 1941. Binns, però, va oltre e accompagna il lettore all’assedio di Leningrado, a quello di Stalingrado, dentro il sottobosco dei movimenti partigiani e alle grandi battaglie di Berlino e Varsavia.
Lo stile asciutto e non cattedratico rendono la lettura agevole anche per i non addetti ai lavori, io stessa che divoro saggi storici con la voracità di una donnola in un pollaio non amo molto quelli che hanno le pagine infarcite di numeri ed elenchi di operazioni militari.
Del resto l’autore lo premette: l’aritmetica della guerra è inaffidabile, quindi se cercate cifre e statistiche non avete scelto il testo giusto, se, invece, volete una narrazione affidabile e coerente avete per le mani il libro che fa per voi.
Senza salti temporali vistosi Binns prende l’avvio all’indomani del patto Molotov-Ribbentrop fino alla conclusione della guerra nel maggio 1945.
Spesso Binns lascia la parola a diari ed epistolari, la voce di militari, dissidenti, ebrei, profughi, partigiani, gente comune arriva fino a noi chiara e brillante. Sono loro i veri narratori del saggio, attraverso le loro parole andiamo per le strade di una Leningrado devastata, abbiamo paura quando la Wermacht mostra la propria potenza, tremiamo con i disertori, li accompagniamo in una Berlino spettrale dove i soldati russi stanchi e furibondi daranno il peggio di sé.
Non c’è mai giudizio nelle parole di Binns, lascia al lettore il compito di farsi un’idea e solo all’inizio, quando chiama Hitler e Stalin “Satana” e “Diavolo” si fa prendere un po’ la mano, però, persino nel parlare di loro non si percepisce né giudizio e né sete di semplificazione.
Quest’assenza del pensiero diretto dello scrittore non è scontata ed è preziosissima. Spesso, quando si parla di eventi o personaggi storici si ha la tentazione di dividerli in santi e peccatori, buoni e cattivi, sempre prescidendo dal contesto in cui sono calati.
A costo di sembrare relativista ho apprezzato molto la scelta di Binns di non dire la sua perché quella porzione di storia può essere compresa e possibilmente evitata per il futuro, solo se ci si pone dentro il tempo in cui accadde.
Sono più di 400 pagine che volano via, leggetelo.
