
Si inaugura il 2022 col parlarvi di una bellissima fiaba riproposta e rivista dall’autrice Antonella Vigliarolo, che ci immerge in un’atmosfera magica e un po’ dark, tra miti e leggende, bellissime ragazze – e altre meno – streghe paurose una bambola dai poteri straordinari.

- Titolo: La bella Vasilisa, Baba yaga e la bambola benedetta
- Autore: Antonella Vigliarolo
- Casa editrice: Dark Abyss
- Genere: fiabesco, leggendario
- Pagine: 80
- Data di uscita: 23 dicembre 2021
- E-book: 1,99
- Kindle unlimited: sì
- Cartaceo: 12,90
TRAMA
Vasilisa è una fanciulla dal cuore buono e dall’animo coraggioso, conduce una vita serena e operosa insieme ai suoi amati genitori, nella loro fattoria.
Finché un giorno una misteriosa malattia colpisce sua madre. Prima di morire, la donna le affida un cimelio di famiglia segreto e potente: una bambola benedetta.
Proteggerà Vasilisa e la soccorrerà nei momenti disperati, ma non potrà sottrarre la ragazza alle prove che il destino ha in serbo per lei, tra cui un incontro con la terribile Baba Yaga, strega potente e vendicativa che vive nel cuore della foresta.
Ma Vasilisa saprà vincere le avversità, grazie alla benedizione della bambola ma anche perché lei ha la tenacia delle stelle: sa brillare più forte per resistere agli attacchi del buio.

Leggere questa intrigante versione mi ha riportato indietro nel tempo, a quando mi era stato regalato un volume di favole russe, bellissimo e corposo, le cui pagine trascinano in un’ambiente affascinante e ricco di figure iconiche, costumi tipici di una nazione che racchiude numerosi miti, leggende, costumi e usanze. Vasilisa e Baba Yaga sono figure, nomi, ricorrenti nelle fiabe russe: la prima è una ragazza di bell’aspetto, spesso di origini umili, dal cuore tenero e dalla speranza incrollabile, la predestinata – a volte – a un matrimonio fantastico, mentre la seconda è una vecchia terrificante, una strega da cui tenersi alla larga, abitante di fosche baracche situate in boschi fitti e pieni di ostacoli.
Antonella si è ispirata non solo a questi due personaggi, ma ripropone la sua versione di una fiaba accattivante, ovvero quella della bambola benedetta, l’oggetto che tutte noi vorremmo possedere, una sorta di angelo custode che offre il suo aiuto nei momenti bui.
Abbiamo dunque come protagonista la bella e intelligente Vasilisa, figlia di contadini eppure felice di ciò che possiede, fino a quando l’amata madre non si ammala gravemente. Il fine sottile della speranza non si spezza, soprattutto appena la donna regala alla figlia, sulla via dell’adolescenza, un prezioso cimelio di famiglia riservato agli esponenti di sesso femminile – il che mi pare giusto – ovvero una graziosa bambola che tiene nelle manine un tulipano, fiore protagonista di un’altra leggenda. Prima di spegnersi, la madre di Vasilisa le spiega che, solo se necessario, la ragazza potrà chiedere aiuto a quella bambolina da cui non si dovrà mai separare.
Prostrata dal dolore, la giovane dimostra comunque di possedere una volontà di ferro e si non si abbatte, dedica tutta la sua energia alla cura della casa e del padre, abbattuto dalla perdita tanto da trascurare i doveri verso la fattoria. E qui nota dolente, poiché il genitore, mosso da pareri altrui, decide di prendere in moglie una signora dal carattere discutibile e prendersi in casa anche le sue insopportabili figlie Anna e Alina, le quali rendono un inferno la quotidianità della povera Vasilisa, circostanze che invogliano la ragazza a tirare fuori la sua unica fonte di salvezza e pregarla di salvarla.
La bambolina non delude mai e Vasilisa dorme sogni tranquilli fino a quando il suo destino non incontra quello della nota Baba Yaga. Un favore, un viaggio insidioso nella foresta, incontri inspiegabili e case e magie stranissime. Vasilisa deve contare anche su se stessa per riuscire a liberarsi dai gioghi che la rinchiudono, con l’aiuto di un’alleata che spesso si improvvisa a coscienza e le insegna a ragionare. Vasilisa rappresenta ogni ragazza in difficoltà, ma che non si arrende e non esita ad affidarsi a chi la ama, in questo caso in un oggetto in cui vi è racchiuso l’affetto delle sue antenate.
Son sincera, Baba Yaga è super simpatica rispetto alle altre nemiche. C’è da chiedersi però chi sia peggio tra la strega e matrigna e sorellastre. Mi sono piaciute le descrizioni degli ambienti, soprattutto quelle sull’abitazione della strega, grazie a queste ci si ritrova catapultati dentro la storia. La scrittura è molto scorrevole, per cui la lettura è assai piacevole e coinvolgente. Lo consiglio anche per scoprire qualcosa di diverso rispetto alle leggende più comuni.
