Recensione: “IL DUCA DEL DESIDERIO” di Jess Michaels – traduzione Isabella Nanni

La nostra Daniela Tess ha letto in anteprima IL DUCA DEL DESIDERIO di Jess Michaels, tradotto da Isabella Nanni.

  • Titolo: Il duca del desiderio (titolo originale: The duke of desire)
  • Autore: Jess Michaels
  • Traduttore: Isabella Nanni
  • Editore: The Passionate Pen LLC
  • Genere: Romance storico
  • Prezzo ebook: € 3,99 – disponibile anche in Kindle Unlimited
  • Prezzo cartaceo: € 13,55
  • Data pubblicazione: 21 marzo 2022
  • Serie: Il Club del 1797

Trama

Robert Smithton, Duca di Roseford, è noto per i suoi appetiti carnali e il suo cuore di ghiaccio. Tuttavia, grazie al suo titolo e ai suoi soldi, tutti lo vogliono e ne è ormai annoiato. Vuole qualcosa, ma non riesce a capire cosa sia esattamente. Finché non incontra Katherine, la Contessa di Gainsworth.

Sposata con un vecchio che è morto mentre facevano l’amore, Katherine sta tornando in società. Sebbene lo scandalo la segua, lo stesso vale per l’interesse, dato che i gentiluomini si interrogano sulle sue prodezze, se può uccidere un uomo. Quando Robert comincia a farle la corte, lei è inorridita. Dopo tutto è a lui che attribuisce la colpa delle circostanze che hanno portato al suo matrimonio senza amore.

Quando Katherine lo ignora, Robert si limita ad insistere di più e alla fine lei comincia a chiedersi se la vendetta non sia un piatto che va servito condito di desiderio. Ma quando la tocca per la prima volta, trova un piacere diverso da qualsiasi altro abbia mai conosciuto, e una connessione che non vuole sentire. Ora Katherine deve decidere se vuole vendetta o felicità e Robert deve capire se vale la pena combattere per amore.

Lunghezza: Romanzo autoconclusivo in versione integrale (75.000 parole)
Grado di sensualità: Seduzione, scandalo e molto peccato! Questo è il nono libro della serie Il Club del 1797. #ilclubdel1797

«Sarebbe bello poter tornare indietro nel tempo. Per rimediare ai nostri errori. Solo che sono gli errori, le sofferenze, che a volte ci portano dove vogliamo essere, no?»

Eccoci giunti, purtroppo, al penultimo appuntamento con la bellissima serie “Il Club del 1797” della Michaels. Il duca del desiderio è il nono libro, quello dedicato al duca di Roseford, Robert, l’impenitente libertino che abbiamo conosciuto nei romanzi precedenti e a cui ci siamo nel frattempo affezionate. Forse affezionate non è il termine giusto. Diciamo pure che ci siamo innamorate dei suoi modi impudenti, disinibiti, del suo fascino diabolico, del suo sarcasmo, anche del suo cinismo. Personalmente non vedevo l’ora di assistere alla sua capitolazione per amore e finalmente ciò è accaduto. Che soddisfazione! Ma andiamo con ordine. All’inizio della storia troviamo il duca particolarmente stanco, di tutto e di tutti. È stanco dei suoi amici, che gli dicono cosa fare e sembrano volerlo indirizzare verso la vita matrimoniale, stanco dell’edonismo fine a se stesso, stanco di sentire un vuoto dentro che non riesce a colmare. In mezzo a questa crisi appare Katherine, la Contessa di Gainsworth, una donna che anni prima ha suscitato un grandissimo scandalo perché rimasta vedova durante un amplesso con il suo vecchio marito.

Era stupefacente, bellissima, con folti capelli castani e un viso che avrebbe fatto girare la testa a chiunque. La vide agitarsi mentre diceva qualcosa al valletto alla porta e sembrò fare un respiro profondo prima di essere annunciata.

Ovviamente le malelingue del ton si scatenano; alle congetture dei malpensanti, si uniscono le meschine scommesse dei libertini che vorrebbero circuire la vedova ritenendola un’amante troppo focosa e appassionata, quindi da provare assolutamente. Robert, forse il più famigerato di quella combriccola di scavezzacolli, non può non essere il primo a scommettere di sedurla.

Robert osservò svolgersi questo piccolo dramma senza riuscire a distogliere lo sguardo. Senza riuscire a scrollarsi di dosso un minuscolo barlume di… ricordo che lo solleticava dai recessi della mente mentre guardava la stupenda contessa avvicinarsi alla parete e restare ferma lì, con un’espressione vuota sul volto.
«È meglio che dici agli altri di mettere via i soldi» mormorò.
«Perché?» chiese Berronburg, con lo sguardo fisso sulla contessa, proprio come lui.
«Perché Lady Gainsworth è mia. Te lo posso assicurare» disse Robert sogghignando.

Questa sfida sembra riaccendere la sua passione e il suo entusiasmo anche perché, nel frattempo, riesce ad avvicinare la bellissima donna. Lei però lo sorprende: il suo atteggiamento, la sua risposta a lui, non sono quelli che si aspetta; non solo la contessa appare molto misurata e riservata ma dimostra palesemente di disprezzarlo, anche di odiarlo. Roseford non immagina il perché; come può una donna che non lo conosce, odiarlo così tanto solo per la sua pessima reputazione? Come osa farlo, colei che condivide con lui il disprezzo e l’ostracismo del ton?

Dall’altra parte della stanza, c’era il Duca di Roseford. Il mondo si fermò di colpo mentre lo fissava. Era bello come tre anni prima. Ancora più bello, se possibile. Con quei suoi folti capelli scuri, gli occhi castani penetranti e l’abbigliamento impeccabile, non c’era modo di non guardarlo. Lui ricambiò lo sguardo, proprio come molti altri uomini nella stanza. Eppure la sua espressione era diversa. Il duca non era un cane che le sbavava dietro. Era un lupo. Il capobranco. Annoiato e indifferente.
Le tornò in mente quel momento sulla terrazza, anni prima. Un momento rubato che le aveva cambiato la vita. Era arrivata a odiarlo per quel momento e per i momenti che erano venuti dopo. Ma in quel momento, in quel batter d’occhio in cui era rimasta intrappolata dal suo sguardo, si ricordò quanto avesse desiderato che la baciasse.

Nonostante i dubbi e gli ostacoli è sempre più determinato ad averla, attratto dalla sua aura di distacco, e a risolvere il mistero che la circonda. Ma sulla sua strada troverà i suoi amici duchi e le loro formidabili mogli, ben decisi a salvarlo dalle sue cattive intenzioni, da una vita di perdizione e a dividerlo da colei che è divenuta l’oggetto dei suoi desideri. Ci riusciranno?

Vedere la repulsione del suo amico gli riempì il petto di una vergogna che normalmente non si permetteva di provare. Ora gli bruciava dentro e gli ci volle tutta la sua energia per reprimerla.

Matthew sbiancò lentamente, ma non distolse mai lo sguardo da quello di Robert. «Non essere il peggio di te, Roseford…»

La storia di Robert e Katherine è stata avvincente; l’autrice ha creato un personaggio maschile davvero affascinante e intrigante, un protagonista apparentemente forte ma con le sue ferite e le sue fragilità, un uomo che finalmente conosce il potere taumaturgico dell’amore e ad esso riesce ad abbandonarsi. Un eroe che è seducente, spiritoso, determinato, virile, ma anche tenero, appassionato, romantico quando serve. Roseford riesce a cambiare, a maturare, a riconoscere i suoi bisogni, a mutare la sua vita e a lottare per la donna del suo destino. Anche Katherine è una splendida protagonista. Coraggiosa, determinata, riesce ad emanciparsi da un padre-padrone dispotico e malvagio, a riprendere in mano la sua vita e a superare lo scandalo, con classe e dignità; riesce anche a costruire un legame bellissimo, di intensa e commovente amicizia, con le duchesse. Le scene di solidarietà e di unione femminili sono tra le più belle del libro.

Katherine sorrise all’idea di questo muro di donne che si ergeva davanti a lei per offrirle protezione fraterna. Non aveva mai avuto quel tipo di sostegno in tutta la sua vita. Era bello. Eppure non voleva farci eccessivo affidamento.

«Perché non mi è permesso semplicemente pensare male di voi? Siete così preoccupato di avere l’amore di tutti che non potete concedere a qualcuno lo spazio per dissentire?»
Un guizzo di qualcosa gli attraversò il volto. Qualcosa di scuro e doloroso. Le mancò il fiato quando lo vide, perché era del tutto inatteso. Aveva toccato un nervo scoperto?
Ma poi la reazione sparì. Tornò quel suo sorriso. Forse aveva solo immaginato il suo dolore, voleva così tanto vedercelo che lo aveva messo dove non c’era.

Se proprio devo trovare un qualcosa che ho gradito meno, ma è un mio gusto del tutto personale, forse è la descrizione del passato della contessa. Sinceramente ho trovato poco credibile la descrizione dei suoi rapporti con il vecchio marito. Al di là di questo, tutto è ottimamente descritto e la Michaels si conferma regina del romance storico a tinte forti; le scene d’amore sono presenti, sensuali ma senza mai essere disturbanti ed eccessive, le descrizioni degli ambienti sono eccellenti, così come approfondita è l’introspezione psicologica dei personaggi.

Lei si bloccò lì, rifiutandosi di guardarlo. Rifiutandosi di lasciargli vedere come le facesse tremare le ginocchia anche solo a pronunciare il suo nome.
Quando non rispose, lui continuò: «Non dovresti avere così paura della tua natura.»
Si irrigidì. La sua natura. Sì, era questo il problema. Lo era sempre stato. Ma si rifiutò di rispondere. Si limitò a rientrare nella sala da ballo e lo lasciò senza osare voltarsi indietro.

Gli antagonisti sono credibili e odiosi al punto giusto; inutile sottolineare come questi romanzi alla fine siano in parte anche una storia corale, dove riappaiono i protagonisti dei capitoli precedenti. In particolar modo è stato bello vedere come gli amici abbiano sostenuto Robert nel suo cambiamento e nel suo percorso di crescita, aiutandolo nei momenti più bui e cinici, non perdendo mai fiducia in lui e nella rettitudine del suo cuore, nascosto dietro la maschera del libertino indifferente. Lo stile è sempre quello lineare e pulito, dell’autrice, che conosciamo e apprezziamo, così come la traduzione è sempre quella dell’ottima Nanni.

Il suo obiettivo con questa donna era sedurla. Tutto qua. Non gli importava della sua espressione distrutta. Non gli importava del vuoto che le aveva visto negli occhi e che richiamava il vuoto della sua stessa anima spezzata. Non gli importava.
Eppure sentiva in petto questo desiderio alieno. Qualcosa di inatteso, ingiustificato e non voluto, visti i suoi piani per lei. Sentiva il bisogno di seguirla. Di confortarla. Di lenire in qualche modo il dolore nel suo volto e nel suo cuore.

Per chi ha amato i romanzi precedenti è un appuntamento imperdibile. Ma anche chi non ha letto gli altri  può iniziare da questo, godibile singolarmente, e poi recuperarli! Lo consiglio quindi agli estimatori degli storici più sensuali, a chi ama l’Inghilterra di fine diciottesimo secolo; lo apprezzeranno coloro che adorano vedere le canaglie redente e i libertini pentiti. Consigliato anche a chi predilige il lavoro di ricerca storica e di introspezione psicologica, a chi ama le eroine forti, determinate, coraggiose. Katherine lo è, una donna davvero degna di conquistare il cuore dello sfuggente Roseford ed essere sua pari nell’orgoglio, nella forza d’animo e nella passione.

Lei diede un’ulteriore occhiata ai loro ospiti sconvolti e poi sorrise. Robert dimenticò prontamente come si faceva a respirare mentre la fissava. Non l’aveva mai vista sorridere. Non aveva mai visto un suo sorriso vero e proprio, al contrario della cosa finta che indossava come una maschera. Era… bella da togliere il fiato. Tutta la vita del mondo si ritrovava nei suoi occhi luminosi, e lui non desiderava altro che mantenere quell’espressione sul suo viso per sempre. Era caldo come il sole.
Sbatté le palpebre, cercando di liberare la mente da quei pensieri erranti. Le offrì il braccio e le fece l’occhiolino, sperando che Katherine non vedesse oltre il mascalzone.

Ora aspetto davvero trepidante, dopo il capitoletto di assaggio che l’autrice ci ha concesso, il libro finale su Kit e Sara. Questa volta a intrigarmi non è solo lui ma anche lei, conosciuta brevemente nei precedenti capitoli della serie. Sono davvero molto curiosa di come andrà a finire e della storia d’amore che la Michaels avrà pensato per loro. Si prospetta un finale entusiasmante!

Ho cercato di non amarti. Solo che tu mi hai visto come nessun altro aveva mai fatto. E io vedo te. Sotto gli strati che indossi come un mantello per il mondo intero, c’è Robert. Il mio Robert. Che amo e di cui mi fido.

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