
Ringrazio NUA Edizioni per l’opportunità di recensire un thriller psicologico così ben costruito: ADAM di Lucia Moreschi.

Titolo: ADAM
Autrice: LUCIA MORESCHI
PAGINE: 280
FORMATO: BROSSURA CON ALETTE A5
PREZZO: 17,00 €
ISBN:9788831399722
Data pubblicazione: 10 marzo
Trama
A New York, lo psichiatra Adam Myles Nolen tenta di fare il proprio dovere senza lasciarsi travolgere dal vissuto delle persone che ha in cura. Victoria Williams, una sua paziente, viene trovata morta e Adam scopre di essere il principale sospettato. A peggiorare la situazione grava su di lui anche il sospetto di aver causato la morte di un altro paziente. Ellen Amy Madson, giornalista investigativa che indaga su questi crimini, non riesce a mantenere il giusto distacco professionale. Si innamora di Adam sebbene tutte le prove sembrino portare a lui. Con l’avanzare delle indagini il confronto tra i due diventa inevitabile e alla fine nulla rimarrà intatto.

Adam Myles Nolen, psichiatra e psicoterapeuta di uno dei quartieri più centrali di New York, non era troppo diverso dalle persone che gli si affidavano, perché quello stesso vuoto se lo portava dentro, come segno di riconoscimento di un dolore che mai avrebbe potuto ignorare.
Adam, nel rapporto con i suoi pazienti, esorcizza il suo dolore, diventando a sua volta paziente del dottor Gregory, collega e amico. Non è facile sconfiggere i fantasmi che si ripresentano con Henry Taylor in cui, nel rapporto con il figlio Fabian, rivede se stesso e suo padre. Tuttavia, nel suo studio c’è anche un’altra presenza ingombrante: Victoria Williams leader della Luxury Eating, la catena di ristorazione più costosa e di successo di New York.
Una sera, in un locale, incontra Ellen Madson, e dallo sfogo della donna immagina già che le loro vite sono destinate a intrecciarsi.
«Era la mia ragazza. Bella, di successo, gestisce la Luxury Eating, sai? Una delle più importanti catene di alberghi della città. Alta, bionda, una donna che si fa notare. Mi ha spezzato il cuore, quella stramaledetta puttana!»
Ed è proprio il corpo di Victoria quello ritrovato nel bagno del Mamamia. La donna si era fatta troppi nemici a causa del suo caratteraccio, al modo di guardare tutti dall’alto in basso. Era solita intrecciare relazioni pericolose e faceva uso di sostanze che, in sere come quella, la rendevano più “leggera”. Victoria è caduta nella sua stessa trappola, invece Taylor? Anche quest’ultimo è stato ritrovato morto, ma la causa del decesso è molto diversa, si tratta di incidente; tuttavia Henry ha collezionato più di un motivo per farsi odiare, e con la regina della Luxury Eating aveva una collaborazione lavorativa molto stretta. Le due morti sembrano in qualche modo collegate e riconducono tutte ad Adam – ricordo che entrambi erano suoi pazienti. A mettere insieme le tessere del mosaico è la Madson – giornalista investigativa – che con lo psichiatra, dopo i primi “interrogatori”, intreccia una relazione amorosa. Ragione e attrazione, come si comporterà Ellen nei confronti della giustizia, riuscirà a rinunciare a quel paio di occhi verdi che l’hanno ammaliata, denunciando Adam?

Da quest’ultima affermazione sembra che stia parlando di un romance. Tutt’altro, tranne una parentesi romantica e struggente che riguarda proprio il momento il cui Ellen muove le accuse contro Adam. Tutto il resto della storia è un rompicapo continuo, un intreccio di relazioni da cui è facile districarsi ma impossibile comprendere “come” gli omicidi sono stati commessi – una volta appurata l’identità dell’assassino – fino a che non si è arrivati in prossimità della fine. Un percorso da compiere tra le turbe psichiche di più personaggi, questo mi sento di spoilerare.
Ho trovato a dir poco geniale Adam. Grazie al modo di mostrare le scene e di scavare all’interno dei personaggi di Lucia Moreschi, spesso mi sono trovata ribaltata tra un set e l’altro di un film, anche di quelli già visti. Il gioco di seduzione di Victoria nei confronti di Adam mi ha ricordato Catherine Tramell, quando ancora Nick Curren riusciva a tenere le distanze. Poi il gioco si ribalta tra Adam ed Ellen, e quest’ultima, Curren al femminile, cede alla tentazione e non sa più a cosa credere. Davvero geniale la risoluzione che tira in ballo un altro personaggio già citato, e qui devo per forza fermarmi. Devo, tuttavia, rendervi partecipi della scena che più ho amato, e detto così potrei sembrarvi sadica: l’omicidio di Victoria. Oltre al perfetto uso dello showing, in poche righe il lettore viene catapultato nel piccolo spazio del bagno fino a esalare l’ultimo respiro; sembra perfino di essere nella testa della vittima, respirando con lei l’odore della morte. Tutti i sensi vengono attivati, e da qui la lettura vola!
“Prima di chiudere gli occhi, le parve di concedersi alla morte come un ottimo amante si sarebbe arreso al piacere. Così, ritrovò in quell’abbraccio l’assurda metafora dell’amore. L’amore che aveva cercato per una vita.”
Un linguaggio intenso, corposo; le descrizioni dettagliate non lasciano all’immaginazione ma rendono il lettore, come già detto, spettatore di intrighi e omicidi. I colpi di scena vi permetteranno di correre tra le pagine per condurre la vostra indagine. Consigliatissimo.
