

È un onore ospitare, nel salottino di A libro aperto, Ornella Albanese. In questa intervista vorrei presentare il suo ultimo romanzo, “Il falconiere dei Re”, edito Oscar Bestsellers Mondadori. Non nego che adoro la figura di Federico II e seppur non sia il protagonista assoluto di questo romanzo, la sua anima vive fino alla fine. Non mi dilungo oltre, andiamo a spaginarlo insieme, ma solo dopo le domande di rito…
Benvenuta Ornella, felice di averti in “Cara autrice di scrivo…”. Questa prima domanda è banalissima ma le lettrici vogliono sapere chi sei lontano dalla penna?

Sono una persona molto positiva, che riesce a vedere a vedere il bello in ogni cosa. Amo scrivere, posso tranquillamente dire che è il mio primo pensiero appena sveglia. Scrivere di mattina mi mette di buon umore, mi piace crogiolarmi per un paio di ore nei miei mondi inventati, poi spengo il pc e comincia la vita vera. Ho vissuto in molti posti diversi, tutti bellissimi, viaggio tanto, viaggiare è una delle tante passioni che condivido con mio marito, mi piace l’arte in tutte le sue forme, i musei sono continua fonte di ispirazione, mi piace leggere, vedere bei film, da qualche anno mi sono appassionata alle serie. Mi piace l’attività fisica, amo il mare in modo viscerale, specialmente quello selvaggio, di vento e scogliere. E voglio bene alle mie amiche, ci rilassiamo spesso con le nostre sessioni di aperitivo e chiacchiere.
Come e quando nasce l’approccio con la scrittura? Le emozioni della prima e dell’ultima pubblicazione sono le stesse?
Credo di aver scritto sempre. Appena ho imparato a leggere ho subito desiderato scrivere. Prima fiabe, poi romanzi per ragazzi (adoravo Salgari), che sono stati un ottimo allenamento, poi racconti per riviste che mi hanno insegnato la stringatezza, e infine sono passata ai romanzi che hanno trovato presto spazio nei Classic Mondadori. Credo che non ci si abitui mai alle emozioni suscitate da una nuova uscita. Ricordo il primo racconto venduto a Gioia, il momento in cui è stato accettato il primo Classic Mondadori, la mail di Sergio Fanucci che mi chiedeva un romanzo per la sua nuova collana con autrici italiane, tutte sensazioni fortissime e indimenticabili. E adesso il Falconiere dei re. Avere un romanzo nella collana Oscar Bestsellers è davvero il coronamento di un sogno, i libri che compravo da studentessa erano in gran parte Oscar e sono ancora lì, nella mia libreria, portati con me nei numerosi traslochi.

A proposito del tuo ultimo romanzo, “Il falconiere dei Re” è ambientato in un contesto storico ben preciso e il primo personaggio che incontriamo è Federico II di Svevia. È proprio la figura dell’imperatore ad aver ispirato la storia?
Sì, Federico ha sempre colpito il mio immaginario perché era un uomo fuori dal suo tempo, un uomo che si sottrae a qualsiasi definizione. Lui è tutto e il contrario di tutto, aveva uno sguardo che andava lontano, riusciva a superare qualsiasi confine, sia fisico sia mentale. I suoi sogni visionari si sono spesso trasformati in realtà, è stato un grande combattente e un grande studioso. Ha avuto amici leali ma anche nemici indomabili. Lo chiamavano stupor mundi per tutti questi motivi e per altri ancora.
Matthias è un villico ma si aggiudica immediatamente il favore dell’imperatore. Com’è nato, nel tuo immaginario, il rapporto di due personaggi così diversi?
Federico amava la caccia con il falcone, così ho pensato a un falconiere, ma così bravo da poter attrarre l’attenzione di un imperatore che si circondava di uomini eccezionali. La storia di Matthias si è creata man mano che andavo avanti nella stesura, con situazioni che non avevo previsto e che hanno colto di sorpresa anche me. Come mi accade spesso, perché io non ho mai idee chiare quando comincio un romanzo, a volte addirittura non ho idee, ma so per esperienza che mi basta scrivere la prima scena e tutto si delinea subito con grande facilità.
In punto di morte, Federico snocciola tutta la sua vita – ricca di conquiste belliche e amorose – al falconiere, il quale rimane affascinato dalla figura di Iolanda da Brienne, la seconda e giovanissima moglie dell’imperatore. Quanto è stato difficile romanzare la vita di quest’uomo potentissimo?
Non è stato difficile perché la sua vita era già un romanzo, con avventure, amori, progetti temerari e colpi di scena. Ci sono state poi situazioni, come quella del matrimonio con Iolanda di Brienne, che hanno fatto volare la mia fantasia. Dappertutto leggevo le stesse parole per la descrizione di Iolanda: insignificante e poco attraente, completamente ignorata dal marito. Non potevano bastarmi, doveva per forza esserci dell’altro. Così ho trovato piccoli indizi che mi hanno permesso di descriverla da un diverso punto di vista.
Il romanzo prosegue con le lotte per la successione al trono. La ricostruzione storica è certosina e si anima con le vicende personali di Matthias, il falconiere, e la giovane nobile Lucretia di Torre Ventosa. Tra le “due parti” – storica e amorosa – quale ti ha appassionata di più nello scrivere, o semplicemente è stata una fusione naturale?
Una fusione naturale, direi. La storia d’amore è appassionante proprio perché ci appare impossibile, ci sono troppi ostacoli che dividono i due protagonisti. Ma c’è anche qualcosa di molto forte che li unisce e che crea una forte tensione e diversi imprevisti. La storia “impossibile” di Matthias e di Lucretia procede con fluidità accanto a quella di Federico e dei suoi figli.
Qual è il punto di forza di “Il falconiere dei Re”?
Oltre a quelli di cui ho già parlato, forse il vero punto di forza è il falcone Vento, maestoso e letale. La sua presenza è costante nel romanzo, dalla prima all’ultima pagina, inoltre riesce a creare vincoli speciali. Quello tra l’imperatore Federico e Matthias, e poi quello tra Matthias e Lucretia. Il falcone è il primo legame che unisce il giovane falconiere a quella donna bellissima e proibita. Vento è anche il pretesto per avvicinare re Enzo, riuscendo a forzare le porte della sua prigione.

La tua bibliografia è vastissima, ma le nostre lettrici adorano la tua scrittura anche per la parte più romance che ritroviamo nei Romanzi Mondadori. C’è un romanzo a cui sei più legata di questa collana?
Per un motivo o per l’altro, sono davvero legata a tutti. Ma se proprio dovessi scegliere, forse direi “Lo schiavo di Antiochia”, tra i romanzi medievali, perché il personaggio dello schiavo dal passato buio e misterioso mi ha coinvolto molto. Tra i romanzi ambientati nell’Ottocento, invece, amo la trilogia “La sartoria dell’amore”, perché possiede tutti i registri, da quello drammatico a quello esilarante: “Il cacciatore di dote”, “Il cacciatore di nuvole” e “La cacciatrice di storie”.

“Cendrillon, mon Amour” è il tuo penultimo romanzo in ordine di pubblicazione. È sbagliato definirlo “retelling” di una fiaba famosa (che non spoilero senza il permesso dell’autrice!) o a questa si ispira? – Consiglio la lettura, è un romanzo delizioso.
Spoilero io volentieri, perché il romanzo è nato proprio dalla voglia di collocare Cenerentola in un romanzo che mantenesse i punti cardine della fiaba (matrigna, principe, nomignolo, festa da ballo, scarpetta) ma che allo stesso tempo fosse ricco di situazioni diverse e imprevedibili. Ci sono così tante variazioni di Cenerentola, nei film e nei libri, che l’originalità non era scontata. Io penso di esserci riuscita e poi… l’epilogo dell’epilogo lo dimostra!
Un messaggio o un saluto speciale per tutti i tuoi lettori e quelli di A libro aperto.
Ai lettori posso solo dire di continuare a leggere, sempre e comunque. Leggere è un momento di assoluta libertà: si può essere chiunque e si può viaggiare dappertutto, vite parallele e mondi paralleli. Tutti ne abbiamo bisogno. E finisco con un grande, grandissimo abbraccio che comprenda tutti i lettori e gli amici di A libro aperto. Grazie per questa bella intervista, Maika.
Grazie di cuore per la disponibilità, è stato un vero piacere ospitarti.
Conosciamo Ornella Albanese…
Ornella Albanese ha pubblicato racconti gialli e rosa su numerose riviste a partire dai sedici anni, prima di approdare al romanzo: ha al suo attivo sedici romance storici per la collana I Romanzi Mondadori, due thriller storici con ricca componente sentimentale per Leggereditore (L’anello di ferro e il pluripremiato L’Oscuro mosaico), e infine Il sigillo degli Acquaviva per Leone editore. Tra i romanzi contemporanei, I segreti di Casa Turquesa, Leone editore.