
La nostra Anna Lisa fa un’interessante analisi, grazie anche a un’esperienza personale, di LUNA DI MIELE PER SINGLE di Keira Andrews, ed. Triskell Edizioni. Vi consiglio la lettura!

- COLLANA: RAINBOW
- Titolo: Luna di miele per single
- Titolo originale: Honeymoon for One
- Autrice: Keira Andrews
- Traduttrice: Erika Arcoleo
- ISBN EBOOK: 9791220702591
- ISBN CARTACEO: 9791220702607
- Genere: Contemporaneo
- Lunghezza: 260 pagine
- Prezzo Ebook: 4,99 €
- Prezzo cartaceo: 15,00 €
Trama
Il matrimonio è stato annullato, ma la storia d’amore sta per cominciare.
Tradito la notte prima delle nozze da quello che avrebbe dovuto essere l’uomo dei suoi sogni, Ethan Robinson scappa e va dall’altra parte del mondo per trascorrere la luna di miele da solo. Con i suoi problemi di udito e le fatiche che deve ancora affrontare a causa di questa perdita, viaggiare da solo lo lascia isolato in modo doloroso, accompagnato soltanto dal cuore spezzato.
Clay Kelly non si sarebbe mai aspettato di ricominciare dopo i quarant’anni. Si è sposato giovane ma sua moglie ha divorziato e si è risposata, i suoi figli sono adulti e ha lasciato la sua città nell’entroterra australiano. Adesso guida un pullman per turisti sulla East Coast dell’Australia ed è abbastanza felice. Si gode il cricket, qualche birra e una vita tranquilla. Se si sente un po’ solo, non è la fine del mondo.
Clay diventa amico di Ethan, sperando di poter risollevare il morale del giovane e triste ragazzo. Una cotta per un uomo etero che non potrà mai essere suo è proprio ciò di cui Ethan ha bisogno. Eppure, mentre i giorni passano e il loro legame cresce, i desideri che Clay reprimeva da tempo tornano a galla e i due restano scioccati nel rendersi conto che tra loro sta sbocciando l’amore. Clay è l’uomo dei sogni di Ethan, sexy e vigoroso. Mentre le lancette segnano lo scorrere del tempo, nessuno dei due vuole che la luna di miele finisca.
Luna di miele per single è un gay romance scritto da Keira Andrews con una differenza di età consistente, una lenta passione che trasforma due amici in amanti, la prima volta con un altro uomo e, ovviamente, un lieto fine.
Frase quarta di copertina: Il matrimonio è stato annullato, ma la storia d’amore sta per cominciare.

A scuola, anni fa, avevo un’alunna affetta da ipoacusia. Dovevamo scandire bene le parole, guardarla in faccia e, quando c’era confusione, ti accorgevi del suo fastidio perché corrugava la fronte e le labbra e si incupiva. Portava sempre i suoi apparecchi acustici, Gianni e Mosè, e quando ne smarrì uno a mensa fu il panico perché senza lei era, di fatto, quasi sorda e il mondo si riduceva a un brusio che sapeva di rumore bianco.
Appena ho iniziato a leggere di Ethan, uno dei protagonisti di “Luna di miele per single” di Keira Andrews ho subito empatizzato con lui. Temevo che la disabilità fosse resa in modo vago, come capita talvolta di leggere quasi che l’autore/autrice si fosse a un certo punto stancat* di tenere dietro ai problemi fisici o psichici dei suoi personaggi. Ethan invece è ipoacusico dall’inizio alla fine, ci sono tanti mormorii, tanti momenti di frustrazione nostra e sua, a volte persino un po’ di paura (sì, leggere di Ethan che cammina per strada mi metteva ansia). Ethan, tuttavia, non è definito dalla propria malattia, è una grossa parte di lui perché condiziona fortemente il suo modo di relazionarsi agli altri e anche quello che può o non può fare (pensate a una persona così a un concerto), ma non è tutto lui.
Incontriamo Ethan quando la diagnosi è già bella che fatta e lui è finalmente uscito dalla depressione in cui era caduto ed è in procinto di sposarsi. L’incipit è, in assoluto, la cosa che mi è piaciuta meno. Immaginavo che un matrimonio annullato all’ultimo avesse alla base una brutta storia di corna e non mi sbagliavo, la Andrews ha fatto del suo meglio, ma, ahimè, era davvero abbastanza scontato.
Superato l’inizio, ravvivato devo dire dalle motivazioni dei fedifraghi, si parte per l’Australia e qui il romanzo inizia a odorare di sole e di mare. Non ho mai avuto il minimo desiderio di visitare questo paese, troppi insetti o animali potenzialmente letali e nessuna descrizione di nessun romanzo è mai stata capace di farmi cambiare idea, fino a oggi. Le descrizioni non sembrano prese dalla guida del Touring, non pullulano di aggettivi come “meraviglioso” e “mozzafiato”, l’autrice descrive senza perderci delle pagine in modo accurato e ficcante l’itinerario di Ethan e io ho controllato ogni posto su Google pensando che quei posti li visiterei anche domani (eh chissà, direte voi. Fidatevi, l’idea di andare in un paese che ha un milione di ragni velenosissimi mi atterrisce).
Adesso veniamo ai due protagonisti.
Ethan è un giovane spigliato, un po’ insicuro, frustrato dalla sua ipoacusia che lo costringe a vivere i rapporti interpersonali come un’agonia. Si sta riprendendo dalla brutta batosta iniziale e ha una gran voglia di ricominciare. Non è mai stucchevole quando parla di sé e del suo allucinante passato, non cerca pietà e né si autocommisera. A volte si lascia andare, altre ha paura, ma chi non ne avrebbe?
Se esistesse davvero probabilmente diventeremmo amici.
Clay(ton) ha quarantaquattro anni, diciassette più di Ethan ed esce da una separazione. Adesso vive con la figlia di ventun’anni, il maggiore, di ventiquattro, è in giro per il mondo e l’ex moglie si è trasferita in Nuova Zelanda con il nuovo marito.
Tutti questi numeri servono perché sia ben chiara la differenza di età fra i due, differenza che è stata ben gestita. Ethan è più maturo di molti altri a causa della vita carica di perdite e sofferenze che ha dovuto affrontare, ma Clay(ton) dimostra tutti i suoi anni. Non è un piacione che fa il ragazzino, non è un ultra quarantenne palestrato pieno di soldi. Oh, no, Clay è un autista di autobus, prima di quello era un minatore, ha la pancetta e vive in un modesto appartamento con mobili Ikea. Clay è un bel personaggio perché è verosimile. Clay è cresciuto nell’entroterra in una terra talmente omofobica da indurlo a farsi un auto lavaggio del cervello, una volta preso coscienza delle sue reali inclinazioni, però, non ci sono drammi. Ci sono domande, dubbi, reticenze, ma niente drammi e una buona dose di coraggio e auto determinazione.
“Luna di miele per single” è un romanzo leggero, ma non troppo, che sa di sole, ma anche di ombra, con paesaggi di una bellezza accecante e una New York grigia che mette tristezza e no, non è un caso neanche questo.
L’unico punto debole, oltre l’inizio (e i personaggi poco sentiti di Michael e Todd), è secondo me è il doppio punto di vista affidato al narratore esterno. Avrei tenuto tutto sotto la prospettiva di Ethan che, dei due, è quello che ha più da offrire in termini di ricchezza narrativa.
