Recensione: “TUTTA COLPA DEL GATTO” di Miranda Dickinson – Newton Compton

Un gatto, un vaso di fiori, una madre single e un militare in infortunio sono i protagonisti principali di questa storia originale, diversa da tante altre e che racchiude valori importantissimi. Inizio col dire che amo le storie in cui sono presenti gli amici a quattro zampe, voi no?

  • Titolo: Tutta colpa del gatto
  • Autore: Miranda Dickinson
  • Editore: Newton Compton
  • Genere: Narrativa rosa
  • Data di uscita: 14 aprile 2021
  • Pagine: 412
  • Ebook: 5,99
  • Cartaceo: 10,00

TRAMA

Lachlan Wallace è bloccato in casa da quando un incidente d’auto ha interrotto la sua carriera militare. Davanti a lui ci sono ancora mesi di fisioterapia e la sola compagnia su cui può contare è quella del suo cane e del suo gatto. La finestra è l’unico spiraglio su un mondo che sembra essersi dimenticato di lui. Una sera, la sua attenzione viene calamitata da un bellissimo vaso di fiori, poggiato sul davanzale dell’appartamento di fronte. Quei colori sembrano risvegliare qualcosa in lui, al punto che Lachlan decide di attaccare sul vetro un cartello con un messaggio rivolto verso l’esterno.
Bethan Gwynne è arrivata da poco in città. Sta lentamente ricostruendo la sua vita, occupandosi del figlio Noah, ma la solitudine è un peso difficile da accettare. Spesso guarda fuori dalla finestra per distrarsi ed è così che nota lo splendido gatto nell’appartamento di fronte. E anche una mano che lo accarezza… Poi un giorno vede un messaggio che sembra essere rivolto proprio a lei: «Come si chiamano quei fiori?».
Lachlan e Bethan ancora non lo sanno, ma il destino potrebbe avere in serbo per loro una nuova occasione di felicità.

Una storia inusuale rispetto a quel che ci si aspetta in un romance, visto che Bethan e Lachlan, dirimpettai, passano invero poche pagine a stretto contatto. Questo perché la loro conoscenza si basa su simpatici messaggi scritti appiccicati alla finestra, un metodo di sicuro anticonvenzionale e giocoso, un segreto prezioso da portare con sé nell’arco di una giornata difficile.

Il loro approccio ha origini diverse: Bethan è rimasta colpita dal bel gatto che dormicchia sul davanzale del vicino, mentre Lachlan osserva i curatissimi fiori posti sulla finestra dell’altro palazzo. La curiosità prende il sopravvento e l’uomo prende l’iniziativa di scrivere il primo messaggio, un semplice “come si chiamano quei fiori”. Lachlan, un militare addetto all’addestramento, sta trascorrendo le sue giornate chiuso in casa, tutto a causa di un brutto incidente che gli ha provocato danni permanenti alla gamba ed è insofferente al lungo ciclo di fisioterapia. Oltre al piano fisico non se la passa al meglio nemmeno in quello psicologico. Pensa che non guarirà del tutto e quel che è peggio non si sente capito da nessuno, nemmeno dai famigliari, tantomeno da un amico che si sta dimostrando il peggiore degli egoisti. Gli unici di cui sopporta la compagnia sono il cane Bert e il gatto Ernie, validi sostenitori. In queste giornate nere si accorge che dirimpetto si è trasferito qualcuno.

Bethan, gallese e mamma single del piccolo Noah, è riuscita finalmente a cambiare appartamento in una zona tranquilla, dopo aver occupato uno squallido bugigattolo per anni. Da quando ha avuto Noah è bersaglio di pregiudizi, in quanto non sposata e senza un compagno. Un uomo naturalmente c’era, uno che l’ha ferita nel peggiore dei modi. Una donna determinata dal pollice verde, lavora in un vivaio che però non se la sta passando proprio al meglio per colpa della concorrenza e questo inizia a spaventarla. Bethan però tira su le maniche e aiuta il suo capo ad architettare nuovi progetti.

Due persone che hanno collezionato molti tormenti e che trovano uno spiraglio di luce, colori, in qualcosa di semplice, uno scambio all’apparenza banale, ma che si rivela un essenziale respiro d’aria fresca. L’incertezza comunque rimane da entrambe le parti. Incontrarsi davvero o lasciare le cose come stanno? Le incomprensioni tra i due protagonisti le ho trovate piuttosto superficiali e sbrigative, però il romanzo è davvero molto carino e non perde attrattiva. Le loro esistenze, giornate, il passato sono ben distinte e coinvolgono, non si scontrano se non dopo metà libro. Il sentimento che nasce è dolce, quasi da fiaba, anche se ancora non si conoscono, pare che si comprendano anche nei momenti di sconforto. Sia Lachlan che Bethan affrontano prove molto dure, tra queste quella fiducia da parte degli altri, non sempre ripagata e corrisposta.

Un lettura scorrevole e delicata e che mi sento di consigliare.

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