Review Party: “IL CIMITERO DI VENEZIA” di Matteo Strukul – ed. Newton Compton Editori

La nostra Barbara Scotto partecipa, per A libro aperto, al Review Party di IL CIMITERO DI VENEZIA di Matteo Strukul, ed. Newton Compton Editori.

  • Titolo: IL CIMITERO DI VENEZIA
  • Autore: Matteo Strukul
  • Casa Editrice: Newton Compton Editori
  • Genere: thriller storico
  • Data di pubblicazione: 2 maggio
  • Pagine: 320

Trama

Dall’autore della saga bestseller internazionale I Medici
Oltre 850.000 copie vendute
Un grande thriller storico
Vincitore del Premio Bancarella

La prima indagine di Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto
Venezia, 1725. Mentre un’epidemia di vaiolo miete vittime tra la popolazione, una delle donne più illustri della città viene trovata con il petto squarciato nelle acque nere e gelide del Rio dei Mendicanti. In un clima di crescente tensione, Giovanni Antonio Canal, detto Canaletto, viene convocato dagli Inquisitori di Stato, insospettiti da una sua recente opera, che ritrae proprio quel luo­go malfamato: c’è forse un legame tra il pittore e l’omicidio? Mentre, sconvolto, sta lasciando il Palazzo Ducale, Canaletto viene fermato e portato al cospetto del doge, anche lui interessato a quel quadro, il Rio dei Mendicanti. Nel dipinto c’è qualcosa che, se rivelato, potrebbe mettere in grave imbarazzo un’importante famiglia veneziana: un nobile, ritratto in uno dei luoghi più popolari e plebei di Venezia. Perché mai si trovava in un posto simile? Canaletto riceve dal doge l’ordine di scoprirlo e riferire direttamente a lui. L’indagine – che all’inizio lo spaventa e poi, lentamente, lo cattura – lo porta però a frequentare ambienti apparentemente illustri in cui sembrano consumarsi oscuri riti, e nei quali si aggirano figure ambigue, dal passato avvolto nel mistero. Quali segreti si celano nei palazzi veneziani? Quali verità sarebbe meglio rimanessero sepolte?

La violenza potrebbe sommergere Venezia e tingere le sue acque di sangue e morte

Tutto inizia con un efferato omicidio. Il corpo straziato di una fanciulla viene ritrovato nelle acque del Rio dei Mendicanti, lo stesso che il grande artista Antonio Canal, detto Canaletto, ha ritratto in una sua opera. Ma c’è un particolare, dipinto in quel quadro, che insospettisce gli Inquisitori. Questa coincidenza strappa Canaletto alla sua routine e lo getta in una fino ad allora sconosciuta realtà fatta di congiure e pericoli che non riguardano solo lui, ma anche le persone che il pittore ha a cuore.

Da mite pittore Canaletto diventa quasi una spia, un eroe impacciato che, una volta entrato in quella fitta rete di indizi, spionaggio e incredibili scoperte, non riesce più a tirarsi indietro.

“Guardò il risultato. E non gli dispiacque affatto. Sentiva che quella tecnica, che stava via via affidando, gli avrebbe permesso di catturare Venezia in una nuova luce e prospettiva. Non più la semplice veduta, il congelamento dell’istante attraverso la tela, piuttosto la riproposizione di una parte della città, trasfigurata in un gioco di prospettive e punti di vista, a celebrare la grandezza della Serenissima.”

Matteo Strukul ha la capacità di dar vita ai suoi protagonisti facendoli uscire dalle pagine come se fossero reali. Prendere un personaggio storico di cui già si conosce praticamente tutto, associargli una personalità e un certo percorso che vira da ciò per il quale è noto non è semplice, eppure lui riesce a farlo suscitando interesse.

Anche in questo romanzo si intrecciano avvenimenti storici con elementi fantasiosi, e gli incastri sono tutti perfettamente combacianti tanto che a un certo punto ti perdi domandandoti dove finisca la realtà e inizi la finzione.

Ogni capitolo riguarda persone che, apparentemente, sembrano non avere nulla in comune tra loro: il doge e la misteriosa donna il cui viso è celato da una moretta, il dottor Isaac Liebermann e la comunità ebraica, l’intrigante Charlotte, la piccola Chiara colpita dal vaiolo e la giovane Colombina, insieme ad altri personaggi che punteggiano questo romanzo corale e non sto qui ad elencare; tutti pezzi che, verso la fine, vanno ad incastrarsi e a completare un articolato mosaico.

In questo libro passa l’amore per quella città eterna, che riusciamo a scorgere attraverso gli occhi del pittore nella sua veste più cupa. Le descrizioni dei luoghi e dei riferimenti storici sono accurate, il linguaggio è perfettamente attinente all’epoca in cui il romanzo è ambientato e con numerose citazioni tipiche veneziane, lo stile ricercato ma scorrevole, però una pecca l’ho trovata nei dialoghi, spesso poco realistici, e in diverse descrizioni riguardanti le azioni compiute dai protagonisti. Sarà un vezzo dell’autore, ma alcuni tratti li ho trovati troppo farciti di gerundi e ripetizioni.

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