Recensione: “IL DIRITTO DI ESISTERE” di Electra G. Cormack – ed. Nua Edizioni

Un thriller mozzafiato targato Nua Edizioni: IL DIRITTO DI ESISTERE di Electra C. Cormack.

  • IL DIRITTO DI ESISTERE
  • ELECTRA C. CORMACK
  • PAGINE: 340
  • FORMATO: BROSSURA CON ALETTE A5
  • DATA DI USCITA: 5 MAGGIO 2022
  • PREZZO: 17,00 €
  • ISBN:9788831399807

Trama

Ethan Wells, giovane avvocato afroamericano nato a Vicksburg, in Mississippi, è perseguitato dal ricordo dell’efferata strage della sua famiglia, perpetrata per motivi razziali. Vent’anni dopo lo sterminio, è la melodia di un violino ‒ udita in un pub newyorkese ‒ a riportare a galla un particolare della sua vita che pensava di aver sepolto per sempre: per un caso fortuito, proprio in quello stesso pub, Ethan si ritrova faccia a faccia con l’assassino dei suoi familiari. Inizia così una lunga caccia al nemico, senza esclusioni di colpi.

Copia gentilmente fornita dalla CE in cambio di una recensione onesta

Ethan Wells aveva solo dieci anni quando è rimasto solo. Un bambino testimone di una strage con il sottofondo di un violino; una melodia delicata che diventa un requiem per una solenne sentenza di morte; o la colonna sonora di un film horror degno di Dario Argento.

Ethan non dimenticherà mai quel giorno. Quelle note gli rimbalzano nella testa fin dopo la laurea, quando le riascolta in un locale di New York – città in cui vive, da quel giorno maledetto, ospite della zia Martha. Il ragazzo è integro, nonostante tutto o forse grazie a quell’evento; anche se la compagnia di Frank è tutt’altro che consigliabile… Perché Ethan sogna di diventare avvocato, per quella voglia di giustizia che da sempre aleggia nel suo animo. Il giovane Wells studia e lavora, non pesa alla zia, anzi, è un nipote amorevole, presente anche per Bianca e Leonard.

L’avvocato Wells, però, è anche capace di innamorarsi, difatti cade vittima del più (all’apparenza) scontato colpo di fulmine: Julia diventa il suo tutto e nel grande amore di scontato non c’è nulla. I due hanno un rapporto quasi simbiotico anche se le attenzioni che lei deve dedicare al cagionevole stato di salute della madre insinuano dei dubbi in Ethan, ma questi vengono fugati non appena si rivedono.

Tuttavia, questa è solo una minuscola nota rosa in un giallo che si infittisce sempre più; seguendo la musica, l’avvocato si imbatte in Kennet, colui che gli ha tolto tutto. Wells lo combatte sfoggiando le sue armi migliori in un’aula di tribunale, rivendicando l’omicidio di un ragazzo a lui molto caro. Eppure, anche l’avvocato più brillante di New York ogni volta viene schiacciato dalle mille risorse di Kennet; costui gli sta facendo piazza pulita intorno, con depistaggi e sparizioni.

Cari lettori, ho lasciato, volutamente, un particolare a questa seconda parte di recensione. La strage familiare nei confronti dei Wells è avvenuta a causa dei pregiudizi razziali. Siamo intorno al 1953, a Vicksburg, nel Mississippi. Non c’è bisogno di guardarsi troppo intorno a ricercare un perché in un presente che ancora bada al colore della pelle; tuttavia, nella post-fazione troverete molti approfondimenti, come gli eventi realmente accaduti che si incastrano perfettamente alla storia.

Ora capirete che il percorso di vita di Ethan è stato sempre in salita, come si dice “ha dovuto dimostrare sempre un qualcosa in più per emergere”. E lui c’è riuscito, fin troppo bene. Si è incaponito in una causa del tutto personale che ha mandato all’aria un presente che poteva essere solo rose – senza spine – e fiori; invece l’avvocato perde ancora ciò a cui tiene di più. Ritrova, tuttavia, anche un amico d’infanzia, Tommy, e la casualità vuole che sia, quest’ultimo, anche molto legato a Frank. Tenete d’occhio Frank Cordero, l’emigrato italiano che l’ha sempre protetto e nasconde un segreto. Ebbene, è difficile avventurarsi di più nella storia e mi fermo al processo, solo a metà romanzo; arrivati a questo punto, quando vi chiederete “cosa ci sarà di più?” vi anticipo “tanto altro, e più di ciò che potete immaginare”.

Sento di dire che Il diritto di esistere è sorprendente, fino alla parola fine; è un thriller a tutti gli effetti, con i dibattiti vivi in tribunale e scene cruente che non fanno chiudere gli occhi dalla paura ma li fa ben aprire per correre tra le pagine e capire come Ethan affronterà l’ennesimo imprevisto.

Ho amato così tanto l’intreccio che ho desiderato più volte ascoltare la voce del protagonista; l’ho immaginato inveire, disperarsi, dire Ti amo alla moglie. Ecco, la narrazione in terza persona – che peraltro adoro! – mi ha tolto la possibilità di entrare pienamente nella testa di Ethan o di rimanere totalmente sorpresa della svolta, in un paio di occasioni. Questo, ovviamente, è l’umile pensiero di una persona che odia leggere le trame dei romanzi per la paura di sapere in anticipo; ciò non intacca per nulla il giudizio più che positivo di Il diritto di esistere. Amo documentarmi su tutto e apprezzo quando le ricerche sono tangibili e ben approfondite. Non mi resta che fare i complimenti all’autrice.

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