Recensione: “IL DIAVOLO AI GIARDINI CAVOUR” di Massimo Tallone – ed. Golem Edizioni.

La nostra Mariadora Vizza ha letto, per A libro aperto, IL DIAVOLO AI GIARDINI CAVOUR di Massimo Tallone, ed. Golem Edizioni.

  • Titolo: IL DIAVOLO AI GIARDINI CAVOUR
  • Autore: Massimo Tallone
  • Editore: Golem Edizioni
  • Data di pubblicazione: 28 aprile 2022
  • Pagine: 256

Trama

Un noir sul satanismo pieno di suspense e colpi di scena, enigmatico e dal taglio umoristico.

Copia digitale gentilmente fornita dalla CE in cambio di una recensione onesta

Se da questo libro vi aspettate sangue e terrore temo rimarrete piuttosto delusi. Se è un genere tendente allo splatter quello che state cercando, non lo troverete nel libro di Massimo Tallone. Se però siete degli amanti dell’ironia e del noir allora siete “nel romanzo giusto”.

Che questo libro sia attraversato da tinte cupe lo possiamo capire già dalle prime righe. Un azzimato signore si presenta in una agenzia immobiliare sita in Piazza Cavour, a Torino, con una richiesta particolare: vuole una casa in cui sia stato compiuto un omicidio efferato. Sangue. Le pareti della casa richiesta devono aver visto molto sangue e aver udito molte urla di terrore. Una richiesta che lascia sconvolto persino il Gufo, proprietario dell’agenzia e famoso tra i suoi collaboratori per non lasciarsi intimidire, mai, da nessuna richiesta. E infatti, anche stavolta, dopo un primo attimo di stupore, il Gufo si mette subito all’opera e sguinzaglia la sua fidata Anna, affinché trovi una casa che soddisfi la singolare richiesta del signor Azalea.

È da qui che muove i passi quest’avventura, raccontata dalla voce di Vienna, ex cliente e adesso collaboratore per hobby dell’agenzia.

Risulta particolare la scelta dell’autore di far raccontare, ma soprattutto vivere, in prima persona a un personaggio come Vienna, affetto da una rara malattia alle ossa, delle avventure tanto pericolose. Sì, perché nonostante il tutto venga raccontato con una certa leggerezza, siamo di fronte a omicidi e satanisti.

La figura di Vienna, con la sua fragilità fisica, contrapposta agli eventi di sangue è una delle peculiarità di questo romanzo.

Le personalità dei personaggi sono tratteggiate con cura, Anna è una donna sicura di sé, un porto sicuro, il Gufo è un’opportunista, il suo unico dio il denaro, ma non per questo ci risulta antipatico, soprattutto non lo trova antipatico il nostro narratore, Vienna. È sicuramente lui il punto nevralgico del romanzo, la sua malattia che lo ha reso disincantato e che lo ha spinto a una visione della propria vita differente rispetto al resto dei protagonisti. E poi ci sono i due Azalea, il signor e la signora Azalea. Enigmatici, ironici, difficilmente inquadrabili, questi due tirano i fili della storia, una storia che comunque va a dipanarsi su più fronti e che rapisce il lettore, ma in maniera molto lenta e graduale, fino a un finale del tutto inaspettato.

Il tutto raccontato con un linguaggio elegante, a volte ricercato ma non per questo meno fluido.

Una lettura consigliata a chi ha voglia di brivido, di suspense ma non di trascorrere notti insonni!

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