Recensione: “ALL’OMBRA DI SAN MARCO” di Malvina Morano

Esce oggi e Barbara Scotto ha letto in anteprima “ALL’OMBRA DI SAN MARCO” di Malvina Morano.

  • TITOLO: All’ombra di San Marco
  • AUTRICE: Malvina Morano (ig: lestoriedimalvina)
  • GENERE:  storico (serie di quattro racconti)
  • EDITORE: Self-publishing (Amazon)
  • DATA DI USCITA: 16 giugno 2022

SINOSSI 

Venezia, 1780.

Quando ruba un braccialetto a una ragazza, Leone non immagina che la sua vita cambierà per sempre. Costretto a fuggire per evitare l’arresto, si nasconde su una gondola e assiste a una misteriosa conversazione: due loschi individui stanno pianificando l’uccisione di un uomo importante. Accorgendosi della sua presenza, gli uomini lo prendono prigioniero per evitare che li denunci, e lo costringono a portare a termine il loro piano, sotto costanti minacce di morte.

Con l’aiuto di Olimpia, figlia di uno dei suoi carcerieri, Leone cercherà di salvarsi e di sventare il complotto. Riuscirà nel suo intento?

Una storia d’amore, avventure e intrighi nell’affascinante Venezia dei Dogi.

Le vicende di Leone proseguono nel secondo racconto della raccolta, “Intrigo imperiale”, in cui nuovi pericoli turbano la serenità di Venezia: i principi di Russia giungono in visita non ufficiale, ma qualcuno vuole rendere il loro soggiorno un inferno. “Complotto nella Laguna” ruota invece intorno alla visita del Papa Pio VI, minacciata da una terribile congiura.

“L’Alba del cambiamento”, infine, segue le avventure di Marco, figlio di Leone, alle prese con l’età napoleonica.

Il romanzo si presenta suddiviso in quattro racconti ambientati tra la fine del settecento e i primi dell’ottocento veneziano, e trova ispirazione dal governo degli ultimi due Dogi e la caduta della Repubblica. Numerosi sono i riferimenti a personaggi, avvenimenti e luoghi storici, e in tale contesto s’inseriscono le vicende del giovane Leone Corner.

Da ladruncolo di quartiere dal nobile passato, ormai avvezzo a vivere alla giornata, assistiamo alla sua personale evoluzione innescata dalla prigionia per mano di due cospiratori, ma anche dall’incontro con una giovane – figlia proprio del suo carceriere – che gli fa desiderare di essere una persona migliore: elementi che lo aiutano a mettere nella giusta prospettiva gli errori commessi in gioventù, facendogli ritrovare anche uno spiccato senso della giustizia.

Lo vediamo poi peccare di superbia per la notorietà acquisita grazie al proprio ardimento; questo impegno in favore della giustizia gli fa perdere di vista quanto di più prezioso ha tra le mani, e Leone finisce con il far allontanare da sé la persona più importante. Finché un evento inaspettato destabilizza la nuova routine e lo mette di fronte, ancora una volta, ai propri errori.

E poi c’è lei, Olimpia, una giovane di buon cuore ma dal carattere volubile: benché gentile e dimessa fa presto a indispettirsi, ma bastano due parole dolci e convincenti a farla capitolare. Ama dipingere e sogna di poter diventare una vera artista, ma per una nobile fanciulla ciò era inammissibile. Vive sottomessa all’autorità paterna e s’innamora in fretta del giovane prigioniero al quale è incaricata di portare il cibo, ma la sua vita insieme a Leone si rivelerà tutt’altro che tranquilla.

Nell’ultimo racconto c’è un cambio di registro, in quanto stavolta è il figlio di Leone, Marco, il protagonista delle vicende che si svolgono in questo periodo ricco di conflitti e cambiamenti politici, ma non vi dico altro per non rovinarvi la lettura.

“Il ponte di Rialto era affollato come al solito: nobili sfaccendati intenti a passeggiare, lavoratori che tornavano a casa, mendicanti in cerca d’elemosina… tutti lo attraversavano di fretta, immersi nelle loro occupazioni quotidiane.”

Diciamo che questo libro non mi ha “presa” in maniera particolare, ma devo riconoscere il notevole lavoro che l’autrice ha svolto. Gli storici sono difficili da scrivere, c’è tutta una ricerca a monte e l’utilizzo di un linguaggio più ricercato. Qui la preparazione dell’autrice riguardo il periodo storico trattato emerge, perà manca un ritmo incalzante a sostegno.

Il libro ha del potenziale: c’è la trama, lo scenario suggestivo e personaggi di un certo rilievo, ma la lettura viene disturbata da alcuni passaggi poco credibili e situazioni che tendono a ripetersi senza nulla aggiungere alla sfera emozionale. I personaggi mancano d’espressività, nulla è mostrato o evocato, ma solo raccontato, privo di qualsiasi sorta di tensione narrativa, e numerose sono le ridondanze. I gusti son gusti, come dico sempre, ma al di là di questo ho riscontrato una scrittura acerba, bisognosa di un affinamento delle tecniche.

Peccato. Lavorandoci sopra, può diventare un buon romanzo.

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