Recensione: “LA DONNA DEL SABATO SERA” di Danilo Balestra – ed. Golem Edizioni

Una lettura che ho divorato e amato: LA DONNA DEL SABATO SERA di Danilo Balestra, ed. Golem Edizioni.

  • Titolo: LA DONNA DEL SABATO SERA
  • Autore: Danilo Balestra
  • Editore: Golem Edizioni
  • Genere: giallo
  • Data di pubblicazione: 4 giugno
  • Pagine: 252

Trama

Luglio 1996. Patrizia e Renato si incontrano in un locale notturno e poco dopo salgono sull’Audi bianca della donna per raggiungere il luogo in cui si consumerà il loro destino. Estate 2019. Giugno sta per finire e la Riviera brulica di vacanzieri. Sara Magistri ha da poco salutato Milano per trasferirsi a Borgo Foce, una delle zone più suggestive di Imperia. Dalla sua finestra vista mare, lavora per una nuova testata giornalistica. Abituata a occuparsi di storie criminali, non è facile curare un progetto sulle maggiori attrattive turistiche della zona. È un sabato mattina quando Giorgio le propone di accompagnarlo al Colle di Nava. Lui, barista con velleità da fotografo, lavora alla locanda Miramonti dove, più di vent’anni prima, si è consumato un duplice delitto rimasto irrisolto. La vicenda stuzzica la curiosità di Sara, decisa a saperne di più. Chi era la bella Patrizia? L’obiettivo dell’assassino era proprio lei? Ma soprattutto, qual è il collegamento fra la tragica vicenda e il furto di due miliardi di vecchie lire avvenuto a Torino nel giugno del 1996? Toccherà all’intraprendente giornalista cercare le risposte a queste domande tra ricerche d’archivio, interviste, attentati e scoperte più o meno casuali che inchioderanno il lettore fino all’ultima pagina.

Si ringrazia la CE per la copia cartacea

Sara Magistri è una giornalista e ama tanto il mare. Seppur questo non sia il motivo principale, lascia Milano e il lavoro che le permette una vita più che dignitosa per trasferirsi a Borgo Foce, in provincia di Imperia. Anche qui segue le proprie aspirazioni – ma con introiti più bassi rispetto al lavoro precedente –, eppure non si sente appagata a dover scrivere di “turismo”. È proprio questa frustrazione che la porta a confidarsi con uno dei pochi amici del luogo: Giorgio.

«Perché questo pomeriggio non mi accompagni al Colle di Nava?»

«Vuoi che venga in montagna?»

[…] «Diciamo che è lungo la strada che porta in Riviera. Da lassù inizia la discesa che scende al mare.»

«E cosa ci farei io al Colle di Nava?»

«Potresti trovare nuovi stimoli.»

Giorgio collabora con il giornale in cui lavora Sara, fornendo le foto a corredo dei vari articoli. In attesa di mettersi “in proprio” non gli resta che arrotondare con il lavoro di cameriere in quel luogo sperduto. Il ragazzo svela alla Magistri che nella locanda in cui lavora, nel lontano 1996 si consumò un duplice delitto che non trovò mai soluzione. Giorgio, quindi, convince l’amica a scrivere un articolo o un romanzo che metta in luce quel fatto. Seppur riluttante, Sara decide di trascorrere il week-end a Colle di Nava, convinta di sprecare due bellissime giornate di mare. Tuttavia, dopo le prime conoscenze e domande su quella notte, la giornalista inizia ad appassionarsi alla vicenda.

Gigi, il titolare della locanda, le dà le prime dritte. A essere intervistati, in successione, Rolando, il maresciallo di allora, il primo sospettato, il marito della vittima…

“Ai giorni nostri una giornalista con penna e taccuino può far sorridere, ma la verità è che ho sempre preferito la parola scritta al registratore. Trovo che annotare a mano le risposte sia un modo per colorirle con le impressioni che si hanno dell’interlocutore. Una frase detta atteggiandosi in una certa maniera può assumere un tono completamente diverso, e solo scrivendo è possibile ricordare certe sfumature.”

E proprio quel taccuino è il complice di Sara, proprio quell’oggetto avrà la risposta al giallo del ventennio precedente. Ma cosa è successo nel ’96 da non riuscire ad arrivare alla soluzione del caso? Un sospettato, risultato poi innocente, ha spostato l’attenzione dalle indagini vere; poi, ci fosse stato il maresciallo Santi…

Ma chi erano le vittime? Renato e Patrizia, due amanti occasionali. Soprattutto, chi voleva la morte dei due? Oppure, chi dei due era nel mirino dell’assassino?

La donna del sabato sera è la lettura più veloce che abbia fatto negli ultimi tempi, e sapete perché? Perché l’ho amato fin dall’incipit, dove i due amanti consumano la loro prima e ultima notte d’amore nella dependance della “Locanda Miramonti”.

Danilo Balestra affida le indagini a una giornalista, Sara Magistri, e ciò che mi preoccupa al momento è sapere se si avrà il piacere di incontrarla ancora. Sara è brillante, intraprendente, più sicura di sé come giornalista che come donna. È sola – nella vita privata – ma molto stimata in ambito lavorativo; difatti il “Boss” Busnelli – il suo ex capo – ricoprirà, in un certo senso, la figura del “mentore” diventando una pedina molto importante nel caso, anche a distanza. Giorgio è giovane, chiaramente invaghito dell’amica ma anche “svagato” come lo è un ventiquattrenne; però sa ciò che vuole dal futuro e fa di tutto per realizzarlo. È fondamentale per la risoluzione del caso? No, ma è colui che avvicina Sara al vecchio fattaccio. Ci sono sicuramente due personaggi che ho amato molto: il maresciallo Santi, risoluto, disponibile e affabile nella sua condizione di fragilità, e Olga, personaggio secondario ma che a testa alta difende Patrizia per la donna che era e non per come “appariva”. Una mia cara amica diceva: “C’è sempre un perché”. È vero, Patrizia il week-end compensava l’infelicità che ha avuto per parte della sua vita; doveva essere condannata per questo? Ma anche Renato, all’apparenza “sciatto” ma con una bella posizione lavorativa, nascondeva dei segreti. Mi complimento con l’autore che ha saputo, fino alla fine, intrecciare le vite delle vittime, spostando l’attenzione dall’uno all’altro con le beghe delle rispettive vite private. La verità? Ho avuto fin dal primo incontro il sospetto di chi fosse il colpevole, ma non perché l’autore si sia lasciato sfuggire qualcosa, tutt’altro – chiamatelo solo sesto senso, il mio. Balestra ha mostrato così bene le scene al lettore che non era impossibile intuire le espressioni delle varie comparse. E come nei gialli più amati, ci ritroveremo con tutti gli attori in scena, presunti colpevoli (o innocenti) fino alla smentita finale.

Se amate i gialli non potete perdervi “La donna del sabato sera”! Piccola postilla, e non è una sviolinata alla Casa Editrice: il testo è curatissimo, senza nemmeno un refuso, e il volume è maneggevole (per chi come me legge e cammina non è un dettaglio trascurabile!) oltre che bellissimo! Quindi, visto che l’occhio vuole la sua parte, anche per questo motivo, acquistatelo!

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