
Omicidi di monaci e razzie di briganti dai volti coperti da maschere sono al centro di un thriller storico ambientato al tramonto dell’Impero Romano, in un’Italia occupata dai Goti. Per saperne di più proseguite la recensione.

- Titolo: L’inverno della morte rossa
- Autori: Pierpaolo Brunoldi e Antonio Santoro
- Editore: Newton Compton
- Genere: Thriller storico
- Pagine: 292
- Uscita: 2 settembre 2022
- E-book: 0,99
- Cartaceo: 11,40
VI secolo d.C. Sotto il regno della regina degli Ostrogoti Amalasunta, tra le aspre montagne e le foreste selvagge dei Monti Simbruini, Benedetto da Norcia guida i suoi monaci con fede incrollabile e ferrea disciplina. L’ordine da lui fondato segue un codice scandito da un rigido impegno di lavoro e preghiere. Ma alcuni efferati omicidi gettano l’intera comunità nel terrore.
La natura cruenta dei delitti porta a pensare che il colpevole sia il leggendario Lupo scarlatto, il cui nome viene sussurrato con timore. Qualcuno deve fermarlo.
E così, determinati a interrompere l’inquietante spirale di sangue, si fanno avanti due uomini: il nobile conte Optari, formidabile guerriero germanico e fedele servitore della regina, e Tiberio, giovane e colto senatore, che vorrebbe restituire a Roma la grandezza perduta. Presto si renderanno conto che nella comunità di frati benedettini si nascondono segreti indicibili.
C’è una sola certezza: l’assassino non si fermerà fino a quando la sua vendetta non sarà compiuta.
Quali oscuri segreti nasconde il monastero dei benedettini?

Il conte Optari e il romano Tiberio non potrebbero essere più diversi. Appartengono a due schieramenti in contrapposizione che convivono malauguratamente sulla stessa penisola. I Goti hanno invaso l’Italia e indebolito l’antico Impero Romano d’Occidente, che sopravvive grazie alla presenza del Pontefice. Sul trono di Ravenna vi è la figlia di Odoacre, Amalasunta, la degna sovrana che gode dei leali servigi di Optari, guerriero dall’aspetto intrigante e severo nei modi. A causa di brutali omicidi perpetrati da un vecchio nemico del conte, il brigante lupo scarlatto, al conte viene dato il permesso di seguire le sue tracce ed eliminare il pericolo che sta incombendo su alcuni monasteri fondati dal noto monaco Benedetto Da Norcia.
Due religiosi uccisi a distanza di pochi giorni, in modo brutale, spaventa persino le alte sfere della Chiesa romana. Per questo motivo il sagace senatore Tiberio viene inviato al nord a indagare su questi fatti inquietanti. Le strade del romano e del goto sono appunto costrette a intrecciarsi, poichè dirette nella stessa destinazione. Sembra infatti che i lupi scarlatti e l’omicidio dei monaci possano essere collegati. Il loro rapporto forzato nasce da un’imboscata, i due sono obbligati a collaborare e andare d’accordo a intermittenza, tra occhiatacce e battute, riescono comunque a mantenere un equilibrio esemplare. Quel che li accomuna è l’irritazione verso i monaci che si sforzano di interrogare sugli accadimenti: risultano oltremodo omertosi e restii a fidarsi dei due estranei.
Di generosità se ne trova ben poca all’interno di questi luoghi di “pace”, soprattutto dallo stesso Benedettto, a dispetto del suo ruolo pio si dimostra fin troppo severo e facile all’ira. Un religioso che sta perdendo la via, tormentato da terribili incubi, i quali spiegherebbero il suo cambiamento. Aria funesta aleggia tra i suoi monasteri, non solo nei dintorni occupati dagli uomini del brigante che Optari vuole stanare. Trovare il colpevole, o i colpevoli, e scavare in in muro di cemento – le teste dei monaci – non è semplice nè niente affatto scontato, infatti sino all’ultimo è complicato intuire la soluzione. Un thriller che unisce vari temi: antica religione, storia e avventura, anche un pizzico sentimento portato dalla giovane e bella Lavinia, romana che cela un’altra storia da poter raccontare. Il mio preferito è certamente Optari, uomo solido e caparbio ma di grande sentimenti.
L’epilogo di questo romanzo, dopo la risoluzione della faccenda, è totalmente aperto e conduce sicuramente a un seguito. Gli autori possiedono uno stile curato e molto scorrevole, perciò è una lettura adatta a tutti, in special modo a chi apprezza il genere.
