Recensione: “MRS MARCH. LA MOGLIE DELLO SCRITTORE” di Virginia Feito – HarperCollins

La nostra Simona La Corte ha letto, per A libro aperto, MRS MARCH. LA MOGLIE DELLO SCRITTORE di Virginia Feito, ed. HarperCollins.

  • Titolo: Mrs March. La moglie dello scrittore
  • Autore: Virginia Feito
  • Casa Editrice: HarperCollins
  • Pagine: 301

Recensione

NULLA È PIÙ SPAVENTOSO DEL GIUDIZIO DEGLI ALTRI

“Feito riesce a catturare completamente questo mondo, mentre aumenta la tensione causata dalla psiche sempre più frantumata di Mrs. March, in un modo che ricorda i romanzi di Patricia Highsmith.” – New York Times Book Review

“L’autrice ha fatto la cosa più spaventosa, meravigliosa e veramente romanzesca di tutte: ha guardato attraverso Mrs. March e i segreti vergognosi, meschini e torbidi che tutti si portano dentro.” – The Guardian

“Ho letto il romanzo di Virginia Feito tutto d’un fiato e ne sono rimasta completamente catturata. Ho capito subito che dovevo portarlo sugli schermi e interpretare Mrs. March. Non vedo l’ora di affondare i denti in lei.” – Elisabeth Moss

L’ultimo romanzo di George March è come sempre un successo, adorato dai lettori e dalla critica.

Nessuno potrebbe essere più fiero della sua devota moglie, che si sente parte di tutti gli onori e i riconoscimenti: Mrs. March è infatti completamente dedicata al marito. La sua vita nell’Upper East Side segue una rigida routine fatta di dignità e totale controllo. Finché una mattina, mentre compra il pane nella consueta pasticceria, Mrs. March conversa con la commessa e per caso capisce che la protagonista del romanzo, una disgustosa e meschina prostituta, è ispirata a lei. Stringendo la borsetta di pelle nei guanti color menta, fugge dal negozio, sconvolta. Cosa può aver fatto per meritare una tale umiliazione?

Il sospetto comincia a insinuarsi insidioso nella sua mente. E tutto quello che credeva di sapere su George e su se stessa inizia a sembrarle un inganno. La paranoia la spinge a frugare tra i documenti del marito, fino a trovare un articolo di giornale che parla di una donna scomparsa. Forse George c’entra qualcosa? Nella notte, Mrs. March inizia a sentire strani rumori, i pensieri la assalgono senza sosta e in più nella casa iniziano ad apparire degli scarafaggi impossibili da debellare… Finché la donna decide. Deve fare qualcosa per scoprire la verità.

Mrs. March. La moglie dello scrittore è un romanzo fenomenale che combina atmosfere hitchcockiane con uno humour incredibilmente nero. Virginia Feito, con un talento fuori dall’ordinario, ci regala una riflessione tagliente sulla fragilità del nostro essere. Una storia piena di suspense e paranoia che riesce a farci dubitare anche della nostra immagine riflessa in uno specchio e da cui sarà tratto un film diretto e interpretato da Elisabeth Moss.

Copia digitale gentilmente fornita dalla CE in cambio di una recensione onesta

«Hai letto il nuovo romanzo di George March?» era diventata la frase con cui ultimamente si attaccava bottone ai cocktail party.

Care lettrici, eccomi con una nuova recensione dedicata a un mistery romance in cui i protagonisti sono la paranoia e l’ossessione.

Mrs. March è la moglie del noto scrittore George March, il quale ha riscosso l’ennesimo successo con il suo nuovo romanzo – che racconta la vita di una prostituta −, divenuto un vero e proprio caso editoriale. Mrs. March non ha considerato scandaloso che il marito scrivesse di una donna dalla dubbia moralità, ma quando la sua pasticciera di fiducia le dice di aver notato delle similitudini tra lei e la protagonista, nella sua mente scatta qualcosa… una miccia che dà il via a pensieri opprimenti ed esasperanti, che la inducono a indagare a fondo e scoprire se davvero abbia ispirato il perosnaggio di quel libro.

La descrizione fisica di Johanna poteva tranquillamente corrispondere alla sua, ma del resto il suo aspetto era così insignificante che non avrebbe saputo dire con certezza se fosse intenzionale.

Durante questa sua personale ricerca, Mrs. March si imbatte in alcuni ritagli di giornale – conservati tra le scartoffie di George – nei quali si parla della morte di una donna: Sylvia. Inizia quindi un viaggio mentale nel quale si identifica con la vittima, si vede nei suoi abiti, nelle sue movenze; guarda l’immagine sul giornale e guarda se stessa allo specchio, anzi, si riconosce in quelle foto.

Ogni volta che usciva, Mrs. March assumeva un altro ruolo: diventava Sylvia.

La realtà si confonde sempre più spesso con l’immaginazione, finché quel limite sottile sparisce del tutto e Mrs. March non sa più chi sia veramente: è la moglie devota dello scrittore, oppure la prostituta del romanzo? È la compagna fedele e sincera, oppure l’amante di un bugiardo?

Care lettrici, il rischio di spoilerare troppo è alto, perciò non aggiungo altro in merito alla trama e passo alle mie considerazioni.

Questo romanzo parte con un potenziale altissimo. L’autrice ha saputo creare una protagonista che ci trascina sul fondo insieme a lei: i suoi gesti, le sue paranoie, le sue ansie diventano parte di noi. A un certo punto della vicenda, però, il susseguirsi di eventi diventa troppo monotono e il senso di aspettativa comincia a scemare, facendo appiattire il pathos iniziale; inoltre, non c’è un vero e proprio approfondimento psicologico di Mrs. March, sebbene siamo testimoni del suo precipitare nella follia. Nonostante ciò, lo stile incalzante e l’atmosfera noir della narrazione mi hanno spinta a non abbandonare la lettura, pur giungendo alla fine con più domande di quelle che erano sorte in me nei primi capitoli.

In definitiva, si tratta di un buon romanzo che consiglio soprattutto a chi ama le pellicole hitchcockiane e non si lascia intimidire dai finali aperti.

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