Recensione: “CIELI DI PIOMBO” di Mathilde Bonetti – ed. Mondolibri

Eccomi finalmente con “la lettura” di questo 2022: CIELI DI PIOMBO di Mathilde Bonetti, ed. Mondolibri.

  • Titolo: CIELI DI PIOMBO
  • Autore: Mathilde Bonetti
  • Editore: Mondolibri
  • Genere: storico
  • Data di pubblicazione: 20 settembre 2022

Trama

È il settembre del 1939, la guerra è appena cominciata e la lugubre ombra del nazismo si allunga minacciosa sull’Europa.
Mentre il mondo si prepara al peggio, sotto cieli di piombo si consumano i drammi dei singoli. Il capitano Blazej Baranski è miracolosamente sfuggito a un campo di prigionia in Polonia e, dopo un atterraggio di fortuna in Danimarca, è riparato in Inghilterra per unirsi alla Royal Air Force. Axelle, inglese di adozione, ha appena perso il marito e la sorella: d’ora in avanti dovrà crescere da sola sua figlia affrontando le incognite di un futuro sempre più incerto. Matthias Brandt, tra i migliori piloti della Luftwaffe, dopo aver ucciso una donna è dilaniato da una crisi personale e morale. Mia Rasmussen, coraggiosa e appassionata, rischia la vita per portare in salvo una piccola ebrea… Sullo sfondo dell’epoca più cupa della Storia, s’intrecciano le vicende di uomini e donne cui la guerra ha tolto quasi tutto, ma non la voglia di tornare a vivere, amare e sperare.

Seconda Guerra Mondiale, un lustro che si vorrebbe dimenticare e invece deve essere ricordato, per far sì che non si permetta di reiterare certe brutture. Ma chi può pensare che esista un altro despota come Hitler…

Mathilde, un paio di mesi fa, mi ha detto: “Sono sicura che anche per questo ti piacerà”, il contesto della nostra chiacchierata era la guerra in Ucraina, in particolar modo il pensiero era rivolto ai bambini. In ogni guerra c’è chi combatte, chi si spende per gli altri, e chi prega perché i propri cari facciano ritorno. I protagonisti di Cieli di Piombo sono proprio le persone appena citate, ma sono “vive”, pagina dopo pagina, e hanno un nome: Axelle e Mia, il capitano Blazey Baransky e Matthias Brandt.

Dalla voce dell’autrice: lasciate un like, se vi va!

L’autrice Mathilde Bonetti, grazie a un’accurata ricerca, si muove con competenza e delicatezza, ma anche con la brutalità necessaria, tra periodo storico e ruoli/compiti. Il volo sembra diventata la sua seconda passione, dopo la scrittura; infatti, per questo, ci si innamora di entrambi i protagonisti maschili. Baransky è polacco, e nel tentativo di sfuggire a un assalto aereo dei tedeschi si ritrova, ferito, in Danimarca. Qui viene soccorso da Mia, giovane anagraficamente ma matura e combattiva. Lei si infatua del pilota, ma lui la tratta come una ragazzina, anche se la sua memoria non perderà mai il pensiero della Rasmussen, anche dopo anni.

Axelle May: la devozione per la sua famiglia strappa il cuore ai lettori. Perde il marito nella spedizione della Royal Oak, la prima nave da battaglia inglese affondata dall’inizio delle ostilità; i suoi genitori e il fratello risultano dispersi e nella fine di ottobre del 1939 perde anche sua sorella, uccisa a sangue freddo da un nazista. In Inghilterra, tuttavia, può contare nelle amiche e colleghe di volontariato.

Matthias Brandt si trova dalla parte sbagliata, perlomeno per quella che concerne il suo cuore. È tedesco e il suo ruolo gli impone di schierarsi a favore di Hitler. Per il nazista vola e uccide, anche se lo ha fatto una sola volta: era una donna, con due occhi fiordaliso che non scorderà più. Il senso di colpa è il motore trainante della sua vita e si impone di non reiterare quello stesso errore.

La guerra, ogni guerra, trascina via con se affetti e “intenzioni”. Lo vediamo in questi giorni, chi viene arruolato ma non vuol combattere talvolta sceglie di togliersi la vita. Non c’è scelta. Qualcuno ha deciso che era (è) il momento giusto per levarsi un “capriccio”. Le persone venivano deportate nella confusione totale, specialmente all’inizio. Campi di lavoro o docce – pensavano – dalle quali non si faceva più ritorno. Chi come me è stato fortunato da ascoltare le vere testimonianze, e penso al caro zio Valentino, non dimentica, non può. E non accetta ciò che la sete di potere è in grado di fare: distruggere!

Mathilde Bonetti non ha solo ricostruito momenti veri, citato persone esistite; in quel marasma ci ha infilato la vita di queste quattro persone con i loro tormenti, con la paura di legarsi affettivamente a qualcuno con la consapevolezza che la guerra gliel’avrebbe portata via. Se le donne possiamo considerarle delle vere eroine, la fragilità degli uomini è qualcosa di tangibile, che entra dentro le ossa: la paura negli occhi di Matthias quando il destino fa la sua parte, nel finale; Baransky che preferisce volare lontano per non vedere volare via anche Mia. C’è molto da dire di questo romanzo, ma affido a voi lettori la scoperta; vedrete come sono legati i personaggi, tra parentele e coincidenze.

Cieli di piombo è come leggere due romanzi, uno prettamente storico e l’altro alla ricerca della speranza – e amore – tra e sotto le ceneri. A un certo punto queste due storie si fondono in qualcosa di assolutamente unico. L’amore che non si arrende alla guerra, ma la guerra che in qualche angolo remoto ha seminato amore.

Complimenti di cuore a Mathilde Bonetti.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo:
search previous next tag category expand menu location phone mail time cart zoom edit close