
La nostra Anna Lisa Manotti ha letto, per A libro aperto, UN GIORNO, SUL TRENO di K. C. Wells.

- TITOLO: Un giorno, sul treno
- TITOLO ORIGINALE: Gay on a train
- AUTRICE: K.C. Wells
- TRADUZIONE: Bruna Martinelli
- GENERE: QLGBT Contemporaneo
- SERIE: Stand Alone
- FORMATO: E-book
- DATA DI USCITA: 7 ottobre 2022
Trama
Io sono etero. Quindi quando un ragazzo gay mi ha chiesto un appuntamento, perché mai gli ho detto di sì? E perché sono eccitato all’idea di rivederlo di nuovo?
Okay, ricominciamo da capo…
Per tutti i miei ventisei anni di vita ho sempre pensato di essere etero: sono uscito con donne, sono stato a letto con donne e sì, di tanto in tanto mi sono chiesto come sarebbe stato sperimentare con un ragazzo. Lo abbiamo fatto tutti, giusto? Almeno un paio di volte. Solo che non ho mai fatto altro che chiedermelo.
Eppure, dopo una conversazione con lui…
Non so ancora perché gli abbia risposto di sì. Non stava proprio flirtando con me, almeno non molto. Avevamo solo parlato e dopo mi aveva chiesto di uscire.
Okay, sarebbe stata una nuova esperienza. Potevo gestire il tutto. Ma se avesse voluto venire a letto con me?
Che dire? Sono nervoso. Sono confuso. E quella faccenda dell’essere etero?
Sì, ci sto ripensando. Alla grande.
E non vedo l’ora che sia sabato per rivederlo di nuovo.

K.C. Wells è un’ autrice che seguo con alterne fortune. Alcuni dei suoi lavori li ho divorati, altri li ho abbandonati o saltati. “Un giorno, sul treno” merita di essere letto e assaporato, insomma non fate come me che l’ho letto in quattro ore in un sabato sera di influenza.
Lee e Daniel si muovono in punta di penna fra le pagine, conducendoci nel viaggio che li porterà verso l’happy end.
“Un giorno, sul treno” è lento, lentissimo tutto concentrato sul rapporto fra Lee e Daniel, il loro incontrarsi, conoscersi, capirsi. Gli altri personaggi sono un ovvio e giusto contorno perché questo romanzo verte solo sul risveglio sentimentale di Lee, unica voce narrante.
La scrittura è dolce, semplice, priva di orpelli (ma con alcune ripetizioni di troppo a livello lessicale) e rispecchia alla perfezione il loro rapporto.
Non ci sono conflitti, tranne quello di Lee con sé stesso che occupa i tre quarti del romanzo senza mai cadere nell’angst. Avrei preferito vedere più movimento, pathos, più attenzione ai movimenti omofobi, ma, forse perché l’ho letto mentre ero malata, ne ho apprezzato la dolcezza. Era come essere avvolti da una coperta calda.
