Recensione: “YUKI” di Nicolette Andrews – Triskell edizioni

Secondo appuntamento con i racconti dell’Akatsuki, che riscoprono le fiabe in chiave leggende giapponesi. Retelling o meno, anche questo romanzo possiede un’anima ben distinta. Yuki è una particolare Biancaneve, circondata non da nani ma bensì da vivaci tanuki.

  • Titolo: Yuki
  • Serie: I racconti dell’Akatsuki, 2
  • Autrice: Nicolette Andrews
  • Editore: Triskell
  • Genere: fantasy
  • Pagine: 192
  • Ebook: 3,99

Hotaru ha bisogno di una moglie. Yuki non ha nessuna intenzione di sposarsi, mai.
Per ottenere l’alleanza di cui ha un disperato bisogno, Hotaru deve fare in modo che Yuki si innamori di lui. Ma non sembra facile.
Hotaru non era nato per ereditare il ruolo di capo del suo clan. È impreparato per la vita che lo aspetta e, a un passo dalla guerra, sta disperatamente cercando alleati che lo aiutino a proteggere la sua gente. Il clan di Yuki è la sua ultima speranza.
Yuki non è mai stata come le altre ragazze. Si sente più a suo agio nella foresta che tra sete e merletti. Per tutti, è una ragazza strana. Dopo l’improvvisa morte del padre, suo fratello è tutto ciò che le rimane al mondo. Ma anche se farebbe di tutto per lei, la sua malattia cronica non gli lascia più molto tempo.
Tutto ciò che chiede è di saperla sistemata prima che sia troppo tardi, per questo insiste affinché accetti la corte di Hotaru. Ma Yuki non è interessata. O, perlomeno, non pensa di esserlo.
Ha giurato che non si innamorerà mai, ma Hotaru potrebbe essere in grado di far crollare le sue difese.

Il clan di Yuki è protetto dalla foresta, non una qualsiasi ma quella protetta e abitata da esseri sovrannaturali, dove non è consigliabile inoltrarsi per un normale essere umano. Proprio questa barriera naturale ha un valore strategico secondo il nobile Hotaru, giovane capoclan in cerca di una moglie. Non una qualsiasi, ovvero una donna con alle spalle una famiglia potente. Un’unione vantaggiosa potrà salvarlo dalla guerra tra clan che ormai incombe. Peccato che il clan da lui scelto abbia subito innumerevoli disgrazie: il signore è morto e il figlio che ne ha preso il posto è gravemente malato. Al fianco di costui vi è la giovane e bella matrigna e la sorella Yuki, colei che Hotaru ha designato come sposa. Tuttavia la ragazza è una vera e propria selvaggia, le piace trascorrere il tempo nella foresta e ha per amici inseparabili sette buffi e magici tanuki, esseri celebri nelle leggende e nel folklore giapponese.

Si parla di creature dalle sembianze di cane-procione, la cui capacità di trasformarsi in umani crea destabilizzazioni e divertenti guazzabugli. Nell’immaginario possiedono cappelli di paglia e vestono kimoni come gli umani. La prima impressione di Hotaru è che non sarà affatto semplice conquistare la mano di Yuki, in special modo perchè lei si rifiuta di prendere marito. La giovane non intende sposarsi, soprattutto senza amore. La sua prima preoccupazione, oltre la propria libertà, è la salute del fratello, che pare ormai abbandonarlo.

C’è poi quella matrigna misteriosa sempre accanto al nuovo capoclan, una figura in apparenza priva di cupidigia o qualsiasi genere di ambizione. Ma lei e la figliastra, tanto vicine d’età, non hanno alcun genere di complicità. A parte il congiunto e i tanuki, Yuki non ha legami o qualcuno che tiene a conoscerla sul serio. Molto diffidente nei riguardi di Hotaru, per cui infine prova curiosità e attrazione. Il giovane è combattuto tra la fretta di impossessarsi di un esercito tra il desiderio profondo di conoscere la sua promessa e di non mutare le sue particolarità. Non potrà comunque tergiversare a lungo, perchè le minacce incombono e non solo quelle umane. La storia si abbina perfettamente alle storie medievali giapponesi: lotte tra clan, alleanze incerte o appese a un filo, amori rispettosi, divinità protettrici dalle sembianze umanoidi, poteri sovrannaturali di demoni o spettri, maledizioni da infrangere. Un genere che mi affascina da tanto tempo e non solo perchè sono appassionata di manga. Il fatto che venga associato alla fiaba di Biancaneva, per me è molto relativo e non ne annienta la bellezza.

Abbiamo incontrato Hotaru già in Kitsune, in quanto fratello di Hikaru. Qui è decisamente meno arrogante e più maturo, un ragazzo ambizioso che è divenuto un capo troppo in fretta. Ammetto che mi è piaciuto, sebbene la mia preferita sia la selvaggia e dolce Yuki, una principessa dall’animo nobile, indipendente e anche un’emarginata. Tra nani e tanuki io preferisco i tanuki, ovviamente. Il secondo volume della Andrews è anch’esso raffinato e assai godibile, semplice, trascina il lettore in una chicca orientale tanto affascinante. L’ho divorato in un giorno, sono certa che sarà così anche per voi.

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