
Cari lettori, con la mia nuova lettura vi propongo un anfratto dell’era giapponese Tokugawa, attraverso una breve storia che unisce violenza e sensualità. Lo so, ho acceso la vostra curiosità.

- Titolo: La bianca e l’eremita
- Autrice: Siria Selva
- Editore: Delos Digital
- Genere: storico, romance
- Pagine: 77
- Uscita: marzo 2023
- E-book: 2,99
- Cartaceo: 12,00
Se una giovane sola al mondo viene venduta a un gruppo di trafficanti, il suo avvenire è segnato. Invece, Ren ha un’occasione da prendere al volo, quando un sicario stermina i suoi rapitori. Si chiama Tesshu, anche lui è solo e pronto ad afferrare qualsiasi opportunità: la vendita di Ren gli frutterà il denaro necessario a lasciarsi alle spalle la vita di strada. Ma Ren non si rassegna, e ricorrerà a intelligenza, seduzione e saperi ancestrali, per costruire un nuovo destino per entrambi.
Una storia di violenza, forza femminile e liberazione, sullo sfondo del Giappone dell’era Tokugawa.
Scrittrice appassionata di storia, religioni, esoterismo, farmacopea, Siria Selva è un’ombra, e continuerà a esserlo.

Era Tokugawa, appena ho letto l’epoca mi sono avventata su questa storia, perchè, nel passato giapponese, è il periodo che mi intriga di più in assoluto. Se al di fuori del Giapponese si vive ere più moderne -tra i 1600 e metà 1800 – all’interno si è rimasti in pieno Medioevo. Lo shogun Tokugawa ha vinto e ora domina assolutisticamente sul paese, diviso pressochè in clan, spesso in guerra tra loro, e dominazioni tipiche del feudalesimo.
Nel cuore di questa situazione politica si svolge la vicenda narrata da Siria Selva, un romanzo piuttosto breve ma che solletica i sensi con notevole intensità, anche se la conclusione merita di essere ampliata. Ren è la protagonista principale, il fulcro della trama, una giovane sfortunata perchè sballottata tra il tempio shinto in cui era stata obbligata a vivere, pur non potendo diventare una miko – sacerdotessa – a causa delle sue origini e tra trafficanti privi di cuore, che vogliono venderla al migliore offerente.
Ren è una Emishi, una tribù che si era distaccata dalle altre popolazioni, le cui culture e lingue sono differenti e particolari. Vivevano infatti in isolamento prima di estinguersi o conformarsi. Le origini di Ren mi hanno ricordato quelle di Ashitaka, principe Emishi protagonista di Mononoke Hime di Miyazaki.
Anche Ren è dotata di misteriose caratteristiche, si rivela una personalità atipica e ricca di sorprese. Si riconoscono non appena viene salvata da un destino orribile, appena l’eremita Tesshu ammazza i suoi aguzzini. Il guerriero è molto abile, a suo modo spietato e assai ermetico di carattere, infatti è ben visibile la corazza che si porta dietro. Non si aprirà mai del tutto, nè ammetterà i suoi veri sentimenti. Sebbene abbia salvato Ren da quegli uomini malvagi, dichiara di volerla barattare a sua volta col denaro. Ma la ragazza stavolta è decisa a cambiare il proprio fato: è di una bellezza incantevole, non è ingenua, seppur pura, quanto ha fatto credere all’inizio e non è estranea al piacere del corpo; perciò, ammaliata dal guerriero, inizia un gioco di seduzione per convincerlo a tenerla solo per lui.
Nonostante ciò, Tesshu sembra irremovibile durante il viaggio che li condurrà in una grande città, dove un incontro fortuito cambia ogni scommessa. Riuscirà quindi Ren a stringere a sè il cuore di Tesshu e a sedurlo? La situazione sprizza sensualità più che romanticismo, attorniata da scene di azioni a fil di lama, in una realtà dura, cruda e macchiata di sangue.
Una scrittura fluida e raffinata, competente del periodo storico in questione. La storia è sicuramente da leggere, sebbene la conclusione lasci spazio e speranza a una prosecuzione.
