
Un ritorno sperato quello di Antonio Canal – detto il Canaletto – artista veneziano nelle veste di sagace investigatore, sulle tracce di un pericoloso criminale. Matteo Strukul ha delineato un altro thriller storico sensazionale.

- Titolo: Il ponte dei delitti di Venezia
- Serie: Giovanni Antonio Canal #2
- Autore: Matteo Strukul
- Editore: Newton compton
- Genere: thriller storico
- Uscita: 2 maggio 2023
- Pagine: 322
- E-book: 5,99
- Cartaceo: 9,40
TRAMA
La nuova indagine di Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto
Venezia, 1729.
All’alba di una torrida giornata d’estate, il cadavere di un uomo viene rinvenuto sul ponte delle Guglie. Sulla gola due fori sanguinolenti e sul petto, fissato con uno stiletto, un biglietto con su scritto “Canaletto”. Appresa la notizia, le autorità convocano subito Giovanni Antonio Canal, che si trova suo malgrado coinvolto, ancora una volta, in un’indagine dai contorni inquietanti.
Il primo macabro dettaglio che si impone alla sua attenzione sono le ferite sul collo della vittima: troppo irregolari per essere state provocate da una lama, farebbero invece pensare al morso di un animale. Ma quale bestia potrebbe mai lasciare segni simili?
Mentre Canaletto tenta di venire a capo di quel mistero, la città – e qualcuno molto vicino al pittore – vengono sconvolti da un tremendo incendio. Quel misfatto sembra portare una firma inconfondibile. Si tratta di qualcuno che Canaletto conosce bene. Qualcuno che pare tornato dal passato per spargere altro sangue su Venezia. Prima che nella laguna si diffonda il terrore e la situazione metta in pericolo la credibilità del doge e la stabilità della Serenissima, Canaletto deve assicurare alla giustizia un pericoloso assassino. Mentre si avvicina alla verità, un’antica e spaventosa leggenda proveniente dall’est Europa getta una luce sinistra sulle sue indagini.
Copia fornita dalla casa editrice

Un caldo insopportabile avvolge la Serenissima e gli odori piacevoli si mischiano a quelli malsani, in particolare a quello della morte. Quattro anni prima la città delle calli e dei canali è stata bersaglio di un individuo estremamente pericoloso quanto geniale, oscurato da un desiderio di vendetta, il cui motivo è rimasto nell’oblio. Egli, forse, è tornato ancora più determinato, pronto a sfidare colui che gli aveva messo i bastoni fra le ruote, in compagnia di amici vecchi e nuovi. Antonio Canal, il pittore delle prospettive e dei dettagli, viene nuovamente chiamato al cospetto del Doge. La causa è un delitto avvenuto su un ponte, la cui modalità risulta assai strana e sospetta per via di piccoli fori trovati sul collo.
Da quel primo assassinio in poi è un susseguirsi di disgrazie che coinvolgono le persone vicine al pittore, in seguito di sfrenate ricerche lontano dall’Italia, allo scopo di conoscere il proprio nemico. Potenziali spiegazioni sono collegate a usanze e credenze popolari dei paesi dell’est Europa, da cui provengono gli Schiavoni- soldati stranieri di stanza a Venezia – portano a credere che il nemico sia un vero mostro, ma non un umano. Idee che al protagonista sembrano impossibili, perciò tenta in tutti i modi di raggiungere una soluzione plausibile e che non vada al di là del naturale, mentre un’altra morte destabilizza l’umore dei nostri personaggi. Figure ambigue, emblematiche e allo stesso tempo intriganti e macabre si aggirano all’interno di questa vicenda che davvero non fa sconti a nessuno. Immensi dolori e sensi di colpa accolgono Antonio e la sua bella Charlotte, la vetraia di cui si è innamorato nell’avventura precedente. Fiera, indipendente e dal carattere forte, dovrà superare la prova più ardua, dove mi è dispiaciuto l’epilogo. Ammetto che ho trattenuto il magone.
Quel particolare essere infido è stato creato davvero con meticolosità perchè, pur disprezzando le sue azioni e le sue conseguenze, rimane una figura scaltra e intrigante. Accidenti se l’ho odiato, ma sono interessata al suo passato e alle motivazioni che lo hanno spinto a diventare l’inumano che è. Anche nelle persone peggiori vi può essere una remota “giustificazione”, che poi si possa perdonare è un’altra storia, poichè si è andati ben oltre il biasimo.
L’intreccio mi ha appassionata ed è ottimo nella ricostruzione, anche riferimenti storici e ipoteticamente sovrannaturali. C’è poco da aggiungere sulla bravura dell’autore e sul suo stile. Trovo ammirevole le sue conoscenze, la capacità descrittive di luoghi e odori senza risultare eccessivo o noioso. Si nota l’esperienza storica e di scrittura che tutti vorrebbero raggiungere. Di sicuro questa storia non è conclusa e resto in attesa del terzo.
Consiglio anche la lettura de “Il cimitero di Venezia” in modo da avere un quadro più ampio della vicenda.
