
Atmosfere magiche in UNA MAGIA INFUSA DI VELENO di Judy I. Lin. Ringrazio in primis Oscar Vault Mondadori per avermi fornito la copia e le bravissime blogger che mi accompagnano in questo strepitoso viaggio sensoriale.

- Titolo: UNA MAGIA INFUSA DI VELENO
- Autore: Judy I. Lin
- Editore: Oscar Vault
- Genere: fantasy
- Data di pubblicazione: 4 maggio 2023
- Pagine: 389
Trama
Per Ning c’è solo una cosa più dolorosa dell’aver perduto la madre: sapere di averne causato la morte. Perché è stata lei che, inconsapevolmente, le ha preparato il tè avvelenato che l’ha uccisa, e che ora potrebbe portarle via anche la sorella Shu.
Così decide di recarsi nella capitale e prendere parte alla competizione per diventare shénnóng-sh di corte, maestra nell’antica arte magica del tè. Il vincitore potrà anche chiedere alla principessa di esaudire un desiderio: per Ning potrebbe essere l’unica possibilità di salvare la sorella.
Ma fra intrighi di corte, contendenti senza scrupoli e un bellissimo ragazzo che nasconde un segreto, a essere davvero in pericolo potrebbe essere proprio Ning.
*Ringrazio Mondadori per la copia digitale

“I più grandi shénnóng-shī riescono a vedere il futuro che si dipana nel vapore di una tazza ben preparata. Una volta la mamma ha preparato il fù pén zi ˘, foglie essiccate del cespuglio di lampone, per una donna incinta del villaggio. Nell’aria del mattino il vapore blu ha assunto la forma di quattro aghi scintillanti. Da questo mia madre ha dedotto correttamente che il bambino sarebbe nato morto.”
Ning è stata convocata a corte per partecipare alla gara per diventare lo shénnóng-shī della Principessa Zhen. Le si presenta così l’opportunità di guadagnare dei soldi per sistemare economicamente la propria famiglia, ma soprattutto per salvare Shu, la sorella, da morte sicura, dopo essere stata avvelenata con un panetto di tè proprio preparato da Ning. La ragazza non si perdona l’accaduto, dove ha perso la vita la loro amatissima madre. Ning vorrebbe accogliere l’eredità della defunta genitrice ma fino a ora è solo l’apprendista di un medico, suo padre.
«Benvenuti agli shénnóng-tu del nostro grande impero. Fate parte delle nostre celebrazioni per onorare la compianta imperatrice madre Wuyang e la sua eredità. La somma regnante aveva molto rispetto per l’arte del tè. È qualcosa che è presente nella nostra cultura, nella nostra tradizione. È un dono degli dei stessi.»
Preparare il tè è una vera arte, per il palato e per gli occhi, infatti è importante anche usare la tazza giusta; tutto ciò richiede anche un’accurata ricerca, soprattutto se si cerca di ottenere l’effetto desiderato. Durante la prima uscita dal palazzo reale – quindi appena iniziato il concorso – Ning incontra un ragazzo che l’aiuta nella ricerca del tè e a ritrovare la strada per il palazzo: lo chiama semplicemente Bo.
La gara le permette di fare la conoscenza di quella che diventerà una vera amica, Lian. La nuova avventura partirà decisamente con il piede sbagliato guadagnandosi l’antipatia del marchese Kuang, uno dei giudici. Eppure Niang riesce a mostrare le sue spiccate capacità e per qualcuno sarà facile ricondurla alla madre, la quale in passato ha rivestito il ruolo di shénnóng-shī nel palazzo. La donna ha lasciato il segno in qualche modo, ma questo sta a voi scoprirlo, cari lettori!
Quella che sembra una gara di sopravvivenza, a un certo punto, nasconde altro: chi ha diffuso i panetti velenosi? E se anche la Principessa fosse in pericolo?
Tra aromi deliziosi si nascondono insidie, pericoli; Ning per difendere la sua famiglia creerà alleanze inaspettate e sentirà anche i primi effluvi dell’amore. Chissà se nel prossimo volume ci sarà un’evoluzione in questo senso?
Una magia infusa di veleno mi ha incuriosita in primis per la bellissima cover e la mia passione smodata per tè, infusi e tisane. Come una bambina, il fine settimana, davanti lo scaffale dedicato del supermercato cerco sapori e miscele nuovi, ma sono sicura che da oggi qualcosa cambierà… Non temerò di vedere draghi, vero? Lasciando questa piccola parentesi, l’inizio del romanzo non è stato facilissimo, più volte sono tornata a rileggere le sottolineature dedicate al shénnóng-shī, ma piano piano il word building si è delineato e mi sono pienamente immersa nelle meravigliose atmosfere che, forse per poca conoscenza dell’oriente, mi appaiono originali.
Quella che ho definito quasi una prova di sopravvivenza a tratti sembra un reality dove si assaggiano piatti prelibati, tanto da sentirne gli odori. In tutto ciò salta fuori l’imprevedibilità – e la bellezza – di Kang, con i suoi ingredienti ingannevoli, che destabilizzano l’equilibrio di Ning. Il prossimo romanzo prenderà una piega più romantica? Sono curiosissima.

Seguite le altre tappe del review!
