Recensione: IL SUONO DEL VENTO di Cristina Origone

Nel giorno di uscita di IL SUONO DEL VENTO di Cristina Origone – edito Golem Edizioni – la nostra Elisa Mura ci regala la sua recensione.

Il suono del vento
di Cristina Origone

Genere: Romanzo
Collana: Mondo
Pagg. 240
Prezzo: 14 euro
In libreria dal 22 ottobre 2020

Golem Edizioni

Camilla Serra è la conduttrice di “Segreti e Misteri”, un programma televisivo di una piccola emittente milanese. Da sempre appassionata di gialli, si nasconde dietro a uno pseudonimo maschile e pubblica romanzi, che scrive di notte all’insaputa di tutti. Per combattere lo stress, si tiene in forma praticando tutte le mattine un’ora di jogging in compagnia del burbero commissario Tancredi Massari, un uomo scapolo e affascinante per il quale Camilla, nonostante il carattere non proprio irresistibile, nutre una segreta cotta. Aaron Schneider è un brillante violinista tedesco, soprannominato il “Diavolo della musica” perché ama suonare e unire due mondi apparentemente lontani e incompatibili: il rock e la musica classica. Si trova a Milano per esibirsi al Mediolanum forum, in compagnia del suo amato Stradivari appartenuto al nonno. Quando lo strumento sparisce, il concerto viene annullato e Camilla, insieme al commissario, si ritrova a indagare sul mistero che avvolge la scomparsa del violino.

Copia digitale gentilmente fornita dalla CE

Pochi comprendono sul serio la vera magia della musica e ciò che prova un artista mentre si esibisce con il suo strumento. Esso diviene una parte del corpo che esprime attraverso la melodia ogni emozione esistente. Il violino di Aaron, uno dei personaggi, possiede inoltre un valore aggiunto: è un prezioso ricordo, non solo materiale ma estremamente affettivo. Quello Stradivari rappresenta la sua famiglia e il suo percorso tedioso per ottenere la libertà; è come un compagno di vita, un amuleto, era appartenuto a suo nonno, colui che gli aveva insegnato ad amare la musica e a suonare, e ancora prima alla sua bisnonna, una musicista di origine ebraica costretta, insieme al figlio, a rimanere rinchiusa in un campo di concentramento.

«Tutti sono diventati nomadi impermeabili al mondo, concentrati sul pezzetto miserabile di vita che si trascinano sempre appresso, incapaci di cogliere ciò che gli sta attorno. Automi indifferenti in marcia verso il baratro. Io sto andando controcorrente, te ne sei mai reso conto?»

Un risvolto triste e ingiusto per gli antenati di Aaron, che però è come se vivessero all’interno di quel magnifico strumento. Ecco perché il musicista si rifiuta di suonarne un altro, appena il suo risulta scomparso. È un dramma che Aaron rivela alla giovane Camilla, in primis la vera protagonista del romanzo.  Camilla è una brillante conduttrice del programma “Segreti e Misteri”, – il quale si occupa da poco di casi poco chiari e vecchi omicidi, – presente allo spettacolo del famoso musicista all’avanguardia, che ha la particolarità di fondere la musica classica assieme al rock.

«Il sesso combatte la morte e ci fa sentire vivi, l’amore non è per tutti, il sesso sì…» «Invece io penso esattamente l’opposto. L’amore è per tutti e il sesso, a volte, è solo per chi non è capace di amare nemmeno se stesso.»

Avendo un gran cuore e intuizione, la ragazza rimane commossa dalla situazione di quell’artista e si prodiga affinché si faccia luce sul furto di uno strumento tanto pregiato, chiedendo aiuto all’ombroso e scostante commissario Tancredi, per il quale Camilla ha una cotta ben visibile agli sguardi dei colleghi, sebbene lui non si riesca ad aprire e si guarda bene dall’ammettere di provare sentimenti veri verso una donna. Una ship inevitabile che, oltre al resto, tiene col fiato sospeso. Insomma, non sarà semplice per Camilla arrivare al cuore del bel Tancredi.

Tutti insieme, forse riusciranno a venire a capo del mistero, a scavare in antichi ricordi e a trovare altri particolari legati alla storia degli Shneider, ovvero una famigerata Rosa di carta. Che cosa sarà mai, qual è il suo significato? Sta al lettore scoprirlo.

«Immagina gli esseri umani uniti da tanti anelli, come una catena. Siamo tutti collegati, lui diceva sempre che portiamo dentro di noi la vita di chi ci ha preceduto. Nel cuore l’amore, nella testa i ricordi. Quando si è reso conto che mio padre non aveva talento, per lui è come se si fosse spezzato un anello.»

Il romanzo di Cristina è molto simile a una bellissima sinfonia; è orecchiabile – nel senso di scorrevole – ha diversi tempi, armonie e sfaccettature che vanno dal romantico al giallo, dal dramma all’introspezione caratteriale. La trama è appunto ampia grazie al punto di vista dei tre personaggi che si contrappongono nei capitoli, collegato nel corso dell’intreccio
Altra nota positiva sono le coinvolgenti memorie che girano intorno alla storia, mi hanno davvero emozionata. La famiglia, sia passata che presente, assume spesso un ruolo di spicco nel romanzo: seppure i tre possiedano una personalità differente, oltre a essere molto testardi, tutti hanno qualcosa che li accomuna, ovvero situazioni  familiari piuttosto “ingombranti”: Camilla, padrona di un bellissimo gatto intuitivo, ha una madre vanitosa, egocentrica e ancor peggio egoista; mentre Aaron si sente ingabbiato dall’eccessiva protezione del padre e Tancredi non sempre riesce a far svanire l’ombra di un genitore soldato che ha segnato profondamente la sua crescita e indurito le sue emozioni. 

A questo punto, non vi resta che correre a leggerlo.

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